Sorpreso a masturbarsi sulla corriera

di Flavia Pedrini

Era stato sorpreso mentre compiva atti osceni in corriera. Un gesto immortalato anche in un video da alcuni passeggeri.

Dopo la condanna in primo grado, però, l’uomo è stato assolto. Merito, verrebbe da dire, del calendario: quel giorno, infatti, era domenica. E dunque - come ha sostenuto l’avvocato difensore Giuliano Valer  - non c’era scuola. Circostanza che avrebbe fatto cadere l’aggravante legata al pericolo che a questi atti avessero assistito dei minori.

A quel punto, poiché gli atti osceni sono stati depenalizzati (è prevista una sanzione amministrativa), la corte - su richiesta della stessa procura generale - lo ha assolto perché il fatto non è previsto dalla legge come reato.

La vicenda risale all’11 marzo 2018 ed era successa su una corriera di linea di Trentino Trasporti in servizio sulla tratta Canazei - Trento. L’uomo, un 40enne africano residente in val di Fassa, era accusato di essersi masturbato. Un fatto sul quale non c’erano dubbi, visto che lo straniero era stato immortalato in un video. Un filmato che era stato acquisito dai carabinieri della stazione di Canazei, risaliti poi al responsabile. Gli stessi militari avevano trovato a casa dell’indagato propri gli indumenti indossati da chi, nel video, aveva commesso il fatto.

Inoltre, la tessera di viaggio gratuita segnalava l’uomo come presente su quel mezzo pubblico. Ma dalle indagini dei militari era emerso anche che l’imputato aveva tenuto un comportamento identico il 7 marzo del 2017, mentre di trovava a bordo di un autobus in Sicilia. In quel caso il fatto era stato segnalato dal conducente del mezzo pubblico intervenuto su sollecitazione di alcune ragazze presenti a bordo. E lo stesso conducente aveva riferito che un paio di settimane prima c’era stato un altro caso analogo, sempre attribuito alla stessa persona.

Un quadro che, secondo gli inquirenti, confermava il concreto pericolo di reiterazione del reato. Per questo, nel giugno 2018, la procura aveva chiesto ed ottenuto una misura cautelare nei confronti del 40enne, che era stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di avere compiuto «atti osceni all’interno di luoghi abitualmente frequentati da minori, fatto da cui derivava il pericolo che questi vi assistessero».

Un reato che, in primo grado, gli era valso la condanna a 3 mesi. Ma la difesa ha presentato appello. La materialità del fatto non era messa in discussione e lo stesso imputato l’aveva ammessa, spiegando che si era trattato di un impulso improvviso e che aveva cercato di non farsi notare. Un gesto, come ha spiegato l’avvocato, non dettato da ragioni esibizionistiche, ma da ricondurre a gravi problemi psicologici. Tra i passeggeri, però, non era passato inosservato. Dalle testimonianze raccolte - dell’autista in primis - non era però stato possibile stabilire se quel giorno sulla corriera ci fossero dei minori (occasionalmente presenti).

Ma per la difesa non c’era nemmeno il “pericolo” che dei minori assistessero a quella scena. Da una parte l’orario del fatto  - le 7.45 del mattino - avrebbe comunque collocato i ragazzi già a scuola. Ma a tagliare la testa al toro, per l’avvocato Valer, era il giorno: l’11 marzo 2018, una domenica. Dunque un giorno festivo, senza scuola ed in un orario (primissima mattina) in cui era ragionevole dubitare della loro presenza. A quel punto, per la difesa, mancavano gli elementi costitutivi del reato, ovvero la concreta visibilità dell’atto, o l’accertamento dell’effettiva possibilità che l’atto venga visto da minorenni.Insomma quel gesto - certo esecrabile - secondo l’avvocato poteva costituire al massimo un illecito amministrativo. E alla fine i giudici hanno assolto l’imputato proprio perché il fatto non è previsto dalla legge come reato.

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