Via gli aiuti per l'affitto a 800 famiglie

di Francesco Terreri

Con l’entrata in vigore del nuovo requisito dei dieci anni di residenza, le domande di alloggio pubblico e, soprattutto, di contributo integrativo all’affitto risultano tagliate del 20%. Così almeno emerge dai primi dati riferiti alla Comunità della Vallagarina. Complice anche il tempo ridotto per presentare domanda - gli anni precedenti si andava da luglio a novembre, nell’ultima tornata c’era tempo dal 16 settembre al 13 dicembre - le richieste di alloggio Itea sono scese del 15% a 514, di cui 304 trentini, italiani e comunitari e 210 extracomunitari, rispetto alle 604 della graduatoria precedente, mentre le domande di contributo all’affitto sono calate di quasi il 20% a 591, di cui 414 Italia e Ue e 177 extra Ue, rispetto alle 733 dell’anno prima.

Nel Comune di Trento, dove ci sono numeri maggiori, il trend appare simile. Ma uno dei cittadini extracomunitari che si è visto respingere la domanda ha fatto ricorso e ora la norma voluta dalla giunta Fugatti finirà al vaglio del Tribunale.

Il cittadino di origine etiope aveva presentato la domanda di alloggio pubblico a ottobre al Comune di Trento, ma la domanda non è stata accettata per la mancanza del requisito dei dieci anni di residenza in Italia (che si aggiunge a quello, già esistente, dei tre anni di residenza in Trentino).

«Ci sono stati diversi casi di persone venute a fare domanda che non abbiamo potuto accettare per mancanza del requisito - spiega l’assessore comunale alle politiche sociali e abitative Mariachiara Franzoia - Di queste, una ha fatto ricorso. Alle domande presentate tra settembre e dicembre abbiamo applicato i nuovi criteri decisi dalla giunta provinciale nell’assestamento di bilancio».

L’ultima graduatoria, approvata la scorsa primavera e attualmente in vigore, vede a Trento 1.169 richieste di alloggio Itea, di cui 676 di italiani e comunitari e 493 di extracomunitari, e 1.325 domande di contributo integrativo all’affitto di mercato, di cui 781 Ue e 544 extra Ue, numeri in entrambi i casi in aumento rispetto all’anno prima. «In base a queste graduatorie - precisa Franzoia - stiamo assegnando alloggi e contributi facendo riferimento ai criteri precedenti».

Il problema riguarda il contributo all’affitto più che l’alloggio. Nell’ultimo bilancio sociale, l’Itea puntualizza che, a fronte di 3.043 domande di alloggio pubblico da tutto il Trentino, sono stati assegnati 340 appartamenti, poco più dell’11%. E tra le 9.774 famiglie che alloggiano in case Itea, il 91,2% è cittadino italiano, il 2,7% di altri Paesi dell’Unione Europea e il 6,1% di Paesi extracomunitari.

Nel caso dell’aiuto per pagare l’affitto di mercato, invece, su 4.763 domande i contributi sono andati a ben 4.117 famiglie, l’86% del totale. È qui che si concentrano le famiglie di immigrati ed è qui che si concentreranno i tagli, mettendo in difficoltà, se sarà confermata la riduzione del 20%, più di 800 famiglie che si troveranno senza sostegno nel caro mercato degli affitti delle città trentine.

«Sui requisito dei dieci anni ci sono ricorsi in altri tribunali italiani che riguardano il reddito di cittadinanza, da cui la norma è stata tratta - afferma Andrea Grosselli, della Cgil - Alla giunta come sindacati abbiamo detto che la norma applicata all’accesso agli alloggi è ridicola, perché già oggi gli extracomunitari sono appena il 6% degli assegnatari. Il contributo all’affitto è stato pensato proprio perché nel sistema degli alloggi pubblici andavano i trentini, mentre locali e immigrati a basso reddito potevano essere aiutati a pagare il canone libero di mercato. Togliere qualcosa agli extracomunitari per darlo ai trentini in questo caso significa redistribuire briciole. Serve invece una politica della casa, di nuovi alloggi accessibili per rispondere al bisogno abitativo».

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