Alloggia negli alberghi a scrocco: viene condannato Aveva lasciato conti per 1.700 euro in 4 hotel trentini L'uomo si difende: «Ero senza lavoro, ma pagherò»

di Flavia Pedrini

Un passato in hotel di lusso, dove avrebbe lavorato come maitre e un presente fatto di un tracollo finanziario, che lo fece finire in strada.
Senza un’occupazione e un posto dove stare - questa almeno è la sua versione - avrebbe deciso di alloggiare in vari alberghi del Trentino. Soggiorni che, però, non ha mai pagato, lasciando complessivamente un conto che supera i 1.700 euro. L’uomo, un 50enne da fuori provincia, difeso dall’avvocato Giuliano Valer, è stato condannato dalla giudice Greta Mancini a tre mesi di reclusione per insolvenza fraudolenta. L’imputato, però, aveva detto di avere trovato un’occupazione e di essere pronto a risarcire le vittime.

La vicenda definita in Tribunale si è svolta tra la fine del 2015 e i primi mesi del 2016. Dal 19 dicembre al 24 dicembre il 50enne aveva alloggiato presso un hotel di Vason: qui aveva dormito e mangiato ma, al momento di saldare il conto, nonostante i solleciti, se ne era andato senza pagare gli 864 euro di fattura. Da qui, qualche tempo dopo, si era spostato in val di Fiemme, per l’esattezza a Molina. In questo caso si era presentato presso la struttura ricettiva il 22 febbraio e se ne era andato il 25 febbraio.

Secondo l’accusa, si era allontanato dall’hotel sostenendo che doveva andare a pranzo con alcuni amici e che sarebbe tornato più tardi. Invece in hotel non lo avevano più visto e il conto da 381 euro era rimasto da pagare.

In marzo era stata la volta di un albergo di Castello Tesino: qui l’uomo aveva soggiornato dal 27 al 31 del mese e, quando gli albergatori gli avevano chiesto di saldare i 403 euro spesi, si era rifiutato di provvedere. Infine c’è la permanenza presso un hotel di Cavalese, dal 2 al 4 aprile: in questo caso l’uomo - sostiene l’accusa - si era allontanato dicendo che sarebbe passato il padre a saldare, lasciando i 70 euro da pagare. In tutti i casi agli albergatori non era rimasto altro da fare che sporgere denuncia.

Messo di fronte alle sue responsabilità l’uomo non ha negato i fatti, ma ha spiegato che quel comportamento sarebbe stato causato da un periodo difficile della sua vita. L’uomo agli inquirenti ha spiegato che un tempo aveva lavorato come maitre stagionale presso hotel di lusso, come Gritti e Danieli a Venezia. Poi il trasferimento in Valsugana, fino al 2014. Da quel momento, complice un’occupazione sfumata - l’uomo ha spiegato di essersi licenziato, contando su un lavoro che gli era stato promesso in Val di Sole, ma che era durato pochissimo - l’imputato si sarebbe trovato in mezzo a una strada, senza soldi e senza un’abitazione. Il 50enne sosteneva di che non voleva imbrogliare nessuno e di avere spiegato agli albergatori che non era stato in grado di pagare - tesi, va detto, diversa da quella delle vittime - ma si era detto anche pronto a rimediare appena trovati i soldi. Grazie al lavoro come badante, infatti, avrebbe dovuto incassare 500 euro al mese.
Nel frattempo, però, la giustizia è andata avanti e il processo a suo carico si è concluso con una condanna, a una pena tutto sommato mite, a 3 mesi.

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