Tantissimi anziani e pochi nati, ma il Trentino si salva grazie agli "italiani" che vengono qui

Pochi bebé, tanti anziani, ma il Trentino si "salva" nel saldo demografico. Grazie alla migrazione, interna, cioè da altre regioni italiane, e esterna, il Trentino colma l’ennesimo saldo naturale negativo (più morti che vivi) e aumenta la popolazione a ritmi record rispetto al resto del Paese, Bolzano esclusa. A certificarlo, con dati ancora provvisori ma la cui tendenza è confermata, l’Istat che ha analizzato l’andamento demografico dell’anno scorso. Il dato negativo riguarda il rapporto tra nascite e morti, con le seconde ancora superiori alle prime. Le nascite nel 2019 sono stati di poco superiori alle 4.000, ovvero 4.041, in lieve aumento rispetto alle 4.019 del 2018. Per quanto riguarda i decessi, che a fine settembre erano superiori alle nascite di 601, 

«Pur nella varietà dei diversi contesti territoriali, più o meno marcati anche in relazione al diverso livello di invecchiamento, la dinamica naturale è ovunque negativa, eccezion fatta per la Provincia di Bolzano, l’unica dove il ricambio della popolazione risulta ancora più che in equilibrio (+1,3 per mille residenti)» scrivono i ricercatori dell’Istat.
La nostra provincia, invece, anche nel 2019 dovrebbe avere confermato un saldo naturale negativo. Nel 2018 la differenza negativa era stata pari a 661 a fine anno, frutto di 5.014 decessi e 4.353 nascite.
La crescita della popolazione, stimata a fine 2019 dall’Istat in un +3,6 per mille rispetto a inizio anno, dovrebbe attestarsi poco sotto i 2.000 residenti in più, con un totale che passerebbe da 541.098 abitanti al primo gennaio del 2019 a circa 543.000 abitanti a fine 2019. La crescita demografica del Trentino è la seconda in Italia dopo il +5 per mille di Bolzano che si avvicina ancora di più al Trentino e raggiunge quota 533.000 abitanti circa.
Bene anche nel numero di bimbi per donna rispetto al resto d’Italia. Nel 2019, come ormai da qualche anno, la fecondità più elevata si manifesta nel nord del Paese (1,36 figli per donna), ben davanti a quella del Mezzogiorno (1,26) e del Centro (1,25).
Il primato della zona più prolifica spetta alla Provincia di Bolzano con 1,69 figli per donna, che precede Trento con 1,43.
Nella longevità, Trento è davanti a tutti. Il primato regionale tra gli uomini compete alla provincia di Trento (82,2 anni), seguono Umbria (81,9), Marche (81,8) e provincia di Bolzano (81,8). Trento rappresenta l’area più favorevole per la sopravvivenza anche per le donne, grazie a una vita media di 86,6 anni, dato che costituisce peraltro il più alto livello di speranza di vita alla nascita mai toccato nella storia del Paese per una singola regione.
La regione più attrattiva per gli italiani provenienti da altre aree del Paese è la nostra. In generale i flussi migratori netti molto positivi tanto nella zona nord-occidentale (Lombardia, +3 per mille), quanto soprattutto in quella nord-orientale: qui primeggiano le province di Trento (+3,9) e Bolzano (+3,4).
Con la sola eccezione del Trentino-Alto Adige, poi, tutte le regioni sono interessate da un processo di riduzione della popolazione di cittadinanza italiana. La questione colpisce particolarmente regioni demograficamente depresse o a più forte invecchiamento. Come ad esempio la Basilicata (-11,3 per mille), il Molise (-10,4) e la Calabria (-9,1) nel Mezzogiorno, ma anche regioni nel Nord del Paese come la Liguria (-8,7).

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