Sempre più indagini sulla 'ndrangheta: in Trentino si infiltra nelle imprese e sbarca con l'affare bitcoin

di Sergio Damiani

Caccia alle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel tessuto economico trentino, specie nel settore dei grandi appalti.

E’ uno dei fronti su cui è impegnata la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo in Trentino Alto Adige, come emerge dal focus dedicato al distretto della Corte d’appello di Trento nella relazione annuale della Dna. Relazione per la nostra regione affidata ad un magistrato di grande esperienza di antimafia (ma anche buon conoscitore della realtà trentina) come Giovanni Russo, il numero due dell’ufficio guidato da Federico Cafiero de Raho. Ma gli input arrivano da Trento, dalla Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore capo Sandro Raimondi.

Il distretto di Trento era conosciuto per «un tasso relativamente basso di criminalità comune; la sporadicità di fenomeni di criminalità violenta, l’assenza di stabili organizzazioni a delinquere, autoctone e straniere». Potrebbe non essere più così. «Le attività investigative - sottolinea la Procura nazionale antimafia - nel contesto distrettuale di Trento hanno certamente subito una accelerazione».

La ‘ndrangheta in Trentino. Si sono «moltiplicati i procedimenti diretti al monitoraggio di infiltrazioni nel tessuto economico trentino ed alto atesino da parte della ‘ndrangheta e gli esiti investigativi sono particolarmente promettenti». Con una curiosità: l’infiltrazione nel settore degli investimenti in moneta virtuale, il bitcoin.

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