Pronto soccorso, dopo anni gli accessi sono in calo

di Patrizia Todesco

Dopo due anni di costante e preoccupante crescita, gli accessi ai sette Pronto soccorsi della Provincia hanno fatto registrare un leggero calo. 537 “visite” in meno che su un totale di 224.007 sono ben poca cosa, lo 0,24%, ma pur sempre un segnale. Si è passati da una media di 615,18 accessi al giorno a 613,7.

Analizzando i dati si scopre però che il merito di aver portato ad un’inversione del trend è soprattutto del Pronto soccorso del S. Chiara che ha fatto registrare un -2,65%, con 96.148 accessi. In calo gli accessi anche a Cles, -1,18 che si è fermato a 21.193 e Tione (13.381, - 0.79%). In tutti gli altri Pronto soccorsi, invece, i numeri sono in aumento. A Rovereto, dove gli accessi sono circa la metà di Trento, si è avuto un aumento di quasi mille viste. L’ospedale di Santa Maria del Carmine ha raggiunto 44.064 accessi con un più 2,22% rispetto all’anno precedente. In forte aumento anche Cavalese che sfiora i 20 mila accessi, con un +3,95%. A pesare, in questo caso, sono soprattutto le richieste di visite ed esami da parte dei turisti e degli sportivi che d’estate e in inverno affollano le sale d’attesa soprattutto per problemi ortopedici. In crescita anche Arco (18.907, +2,28%) e Borgo (12,849, +1,73%).

Analizzando i grafici degli ultimi sei anni è evidente che se Trento tende ad avere un andamento costante, con annate di aumento e altre di calo degli accessi, il trend di Rovereto (passato da 40.346 accessi nel 2014 a 44.064 nel 2019), Cavalese (da 15.905 nel 2014 a 19.482 nel 2018) e Tione (da 10.917 nel 2014 a 13.381 nel 2018), negli ultimi sei anni è in costante crescita.

In questi giorni l’Azienda sanitaria sta elaborando i dati anche sull’andamento mensile degli accessi, sulla provenienza geografica dei pazienti, sulle fasce d’età e soprattutto sui codici di accesso in quanto, come è noto, da tempo l’obiettivo è diminuire gli accessi in impropri, ossia di coloro che dovrebbero rivolgersi al proprio medico di medicina generale, al pediatra o alla guardia medica e invece preferiscono andare al Pronto soccorso creando problemi anche a chi, invece, è lì per un reale problema.

A Trento, dove il dato è come dire «falsato» dall’alto numero di pazienti pediatrici che accedono al Pronto soccorso in codice bianco, la percentuale nel 2018 era di del 23,5%, quindi un paziente su quattro. A breve verranno forniti anche i dati sui tempi d’attesa dei vari codici, mentre per adeguarsi alle nuove linee guide elaborate lo scorso agosto dal Ministero della salute anche la Provincia di Trento, come le altre, ha tempo 18 mesi dalla pubblicazione del documento.

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