Sciatori, 20% di traumi in più «Piste perfette, si va veloci»

di Daniele Benfanti

Quaranta interventi solo domenica sulle piste da sci del Trentino per il personale dell’emergenza sanitaria. Una vittima - un turista parmense di 39 anni - caduto da solo e feritosi mortalmente nel comprensorio di Pampeago nella giornata di sabato. La neve precoce di fine novembre e inizio dicembre e un mese esatto di belle giornate soleggiate hanno favorito quest’anno l’affluenza sulle piste e di conseguenza anche gli infortuni.

Il dottor Bernardo Pizzolla dirige quattro ambulatori di primo soccorso ortopedico traumatologico tra Dimaro, Madonna di Campiglio, Passo Tonale, Marilleva 1400. Strutture in cui lavorano in totale dieci medici specialisti. «Quest’inverno - conferma il dottor Pizzolla - abbiamo avuto un incremento del 20% di pazienti. Traumi alle articolazioni delle ginocchia sono al primo posto della casistica. Ma anche articolazioni superiori, lussazioni alle spalle e ai gomiti sono state frequenti e sono aumentate le fratture ai polsi, tipiche degli snowboarder. Durante il periodo delle vacanze ci sono più italiani. Sono aumentati i traumi da scontro». I centri traumatologici di montagna si occupano di visite, radiodiagnostica (raggi, risonanza magnetica), immobilizzazioni (gessi, tutori). Ma perché ci si infortuna di più? «Nonostante molti sciatori siano preparati fisicamente, i comprensori oggi sono molto vasti e in tanti vogliono percorrerli tutti. Così si arriva stanchi e distratti al pomeriggio. C’è anche chi sottovaluta una caduta e arriva da noi il giorno dopo, quando il dolore aumenta, perché non vuole rinunciare a sciare o ad ammortizzare lo skipass».

Dai professionisti che curano a quelli che contribuiscono alla prevenzione, attraverso formazione e consigli. Mario Panizza è il presidente dei 2.850 maestri di sci del Trentino (cresciuti di un centinaio nell’ultimo anno) e spiega così l’elevato numero di infortuni: «In Trentino abbiamo piste perfette, tirate a lucido, che invitano ad andar veloci. La velocità e l’imprudenza sono la prima causa degli scontri e infortuni in pista. Nei nostri corsi spieghiamo bene che chi arriva da monte deve valutare le traiettorie di chi sta sotto, evitando di sfiorare altri sciatori o scegliere traiettorie troppo vicine. Fin dai corsi per bambini insegniamo anche a cadere bene, sulla coscia, verso monte. Conviene cadere quando si inizia a barcollare, piuttosto che prendere troppa velocità e magari restar vittima di torsioni innaturali incrociando gli sci».

Importante anche dare correttamente la precedenza. A destra come in macchina. Salvo diverse indicazioni ben segnalate alle intersezioni di piste. Gli altri consigli dei maestri: «Evitare di aspettare gli amici in mezzo alle piste o dietro un dosso, una curva o un cambio di pendenza. Quando le ginocchia scricchiolano, fermarsi, non voler strafare. Valutare adeguatamente le proprie capacità per la discesa di piste più tecniche».

Tutti consigli ancora più determinanti nei periodi di maggiore affollamento, come le vacanze natalizie e questi soleggiatissimi week-end con ancora tanta neve in quota.

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