Il “bonus Renzi” per altri 40.000 trentini

di Angelo Conte

L’estensione degli 80 euro ai redditi fino a 35.000-40.000 euro, in questi giorni all’esame del governo nazionale, se confermata nel provvedimento in arrivo, consentirebbe di portare nelle tasche di altri 40.000 dipendenti trentini (quelli tra 26.500 euro e 40.000 euro di reddito lordo annuo) di circa 20 milioni di euro per il 2020 (500 euro ciascuno per il solo secondo semestre di quest’anno) e il doppio (40 milioni di euro, pari a 1.000 euro ciascuno). A ciò si aggiunge un aumento di circa 30-40 euro al mese per i redditi tra 15.000 e 26.000 euro che già oggi percepiscono gli 80 euro con un aumento, per la fascia che riceve il premio complessivo, a 110-120 euro al mese in totale. Ricordiamo che oggi tra i 24.000 e i 26.000 euro il bonus di 80 euro scende fino ad azzerarsi.

Tra le novità della Legge di Bilancio 2020 c’è quella di ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti, e per questo motivo è stato istituito un fondo con 3 miliardi di euro di risorse per 2020 e 5 miliardi per il 2021.
Il Ministero dell’Economia sta lavorando sul decreto per il taglio sul cuneo fiscale, che dovrebbe essere pronto tra fine gennaio e inizio di febbraio.

Lo scopo è quello di essere operativi il prima possibile, così da dare il tempo ai datori di lavoro di adeguarsi alle nuove disposizioni.
Nelle prossime settimane sono attesi i primi documenti ufficiali della Ragioneria generale dello Stato, con tanto di stime e simulazioni.
A trarre maggiormente beneficio dal bonus Renzi in versione detrazione saranno i contribuenti con reddito dai 26.600 euro fino a 35.000: per i 4,5 milioni di lavoratori in questa fascia è previsto un incremento medio degli stipendi di circa 500 euro nel 2020.
Nel 2020 il beneficio entrerà in busta paga a partire da luglio, mentre per il 2021 è previsto per tutti e 12 i mesi: questo si traduce in un aumento fino 1.000 euro per i lavoratori con reddito tra i 26.600 e 35.000 euro.

Per i 7 milioni di lavoratori che rientrano nella fascia di reddito tra gli 15.000 e i 26.600 euro, che corrispondono appunto alla maggior parte dei beneficiari del bonus Renzi, il vantaggio economico mensile è di circa 20-30 euro appunto.

In Trentino, come è noto, i dati relativi al bonus Renzi prevedono un beneficio esteso a oltre 100.000 persone visto che una quota importante dei beneficiari aveva dovuto restituire a fine anno il bonus perché avevano superato il limite di reddito a fine anno.
Nella nostra provincia nel 2018, i contribuenti che hanno dovuto ridare indietro il bonus Renzi, per una quota pari a 250 euro medi ciascuno, sono stati 26.354 per un totale di 6,567 milioni di euro sui 104 milioni di euro che sono stati erogati durante l’anno a 139.000 contribuenti trentini. In totale quindi, per il 2018, i beneficiari reali sono stati circa 113.000.

Con la nuova misura allo studio del governo, di fatto i beneficiari aumenteranno solo per il fatto di alzare il limite a 35.000 o 40.000 euro lordi. In questo caso tutti coloro che durante l’anno superavano anche se di poco i 26.600 euro di fatto ora rientreranno nel novero dei beneficiari.

L’estensione permetterà di ridurre il carico fiscale ai contribuenti trentini, ma potrebbe creare un problema di entrate alla Provincia.
La ragione, come è noto, riguarda il fatto che per una fetta dei beneficiari (probabilmente solo per quelli sopra i 15.000 euro, che hanno Irpef da versare) il bonus Renzi sarà trasformato in detrazione. In questo modo la quantità di tasse pagate in Trentino, e che vanno quindi nelle casse provinciali per 9 decimi circa, si ridurrebbe con un calo delle entrate, a partire dal 2021 di almeno 50 milioni di euro e per il 2022, a regime, di 100 milioni di euro. A meno che il cosiddetto monitoraggio fiscale introdotto nella finanziaria nazionale e ora legge non permetta di rendere neutra, rispetto ai versamenti del Patto di Garanzia del 2014, il calo delle tasse.

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