Mercatini, bilancio a 2 velocità E stasera si chiude

di Daniele Benfanti

Chiude i battenti stasera la ventiseiesima edizione del Mercatino di Natale di Trento. Aria da ultimi giorni di scuola, con il buio che arriva più tardi, il cielo più luminoso e un clima quasi da pre-primavera. A sentire le analisi provenienti dalle piazze e dagli espositori nelle ultime settimane c’è il rischio di restare spiazzati. Chi si dice molto soddisfatto, chi rimpiange le edizioni degli anni scorsi, chi pensa che il ciclo di vita di queste manifestazioni sia logoro e in fase calante, chi pensa a nuove formule, chi in mezzo a questa schizofrenia di giudizi aspetta i dati definitivi.

Elda Verones, direttrice dell’Apt di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi, alla vigilia di Natale aveva detto di attendere le ultime due settimane, quelle a cavallo delle festività, che anche nel 2018 avevano dato soddisfazione. E così è stato: «Ci avviamo a chiudere con numeri in linea con l’anno scorso», può anticipare Verones. Gli espositori confermano: se le prime due settimane, molto piovose, avevano fatto temere il peggio, il grande afflusso turistico in Trentino e il bel tempo delle vacanze di Natale hanno rimesso in equilibrio i piatti della bilancia.

«Sabato 8 è stato il giorno in cui abbiamo lavorato di più – notano dalla casetta dei Cembrani doc e delle Donne in Campo, in Piazza Fiera, davanti alla Curia – ma tutto il periodo da Natale in poi è andato molto bene». «Certo – precisa il dipendente della casetta – io sono qui da quest’anno ed ero pronto anche a vedere la gente sgomitare… Ressa non c’è stata, ma da Santo Stefano a oggi i turisti hanno continuato a comprare liquori e confetture da regalare, spendendo in media una decina di euro, e hanno consumato qui bevande calde».

A poche ore dalla calata del sipario sui mercatini, in Piazza Battisti non ci si nasconde che la piazza, sebbene più centrale, è secondaria nell’economia del «giro» del mercatino. Ieri mattina, complice il sole e le ultime sciate delle vacanze, l’afflusso è stato molto soft, più vivace nel pomeriggio, con l’enogastronomia sempre a farla da padrona. Alla casetta di artigianato dell’Erbavoglio di Levico, nell’angolo verso i caffè sotto i portici di piazza Battisti, c’è un po’ di rimpianto: «Anche noi non ci possiamo lamentare delle vendite post-natalizie – dicono i titolari – ma l’inizio è stato difficile e qui ci siamo sentiti letteralmente messi all’angolo. Ci voleva la casetta rivolta verso il centro della piazza, non verso il retro del Sociale. Oppure dovevano mettere qui la casetta delle informazioni, che non ha bisogno di vendere. Per fortuna abbiamo clienti entusiasti, ma i portafogli della gente sono sicuramente più sgonfi che in passato, sono mancati i ponti del calendario e le due settimane di pioggia dell’inizio hanno pesato».

«Speriamo che finita questa edizione, chi vende venga ascoltato da chi organizza i mercatini»: a parlare sono i titolari della salumeria Malench di Taio, dalla loro casetta di Piazza Battisti.
Ecco qualche suggerimento per migliorare l’anno prossimo: «Per Piazza Battisti le frecce dovrebbero indirizzare il flusso di turisti da Galleria dei Partigiani, non verso il Teatro Sociale, altrimenti qui non arrivano. E si potrebbe pensare a creare una terza piazza, Piazza Garzetti, perché da qui Piazza Fiera è lontana. Ed è stato un errore accavallare la fiera di Santa Lucia al mercatino per l’Immacolata. Le Notti Bianche? Meglio quella dell’altroieri che la prima, a dicembre».

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