Il maggiore degli Alpini è marocchino condannato il sergente che lo insultava «Non può stare nel nostro Esercito»

E’ finito con una condanna del Tribunale Militare di Verona il provvedimento contro un sergente degli alpini, di stanza a Belluno. Era accusato nientemeno chedi razzismo per aver insultato l’alpino Karim Akalay Bensellam, di origini marocchine, ma soprattutto maggiore, quindi di grado superiore.

Il sottufficiale, a sentire le testimonianze in aula, lo odiava profondamente e non lo nascondeva: «Sto marocchino di m...», «pezzo di m... sto meschino», «non è degno di stare nell’esercito italiano» ha detto a più riprese del primo e unico ufficiale italiano degli alpini di origini maghrebine.

Per questo, e per altre esternazioni pronunciate secondo l’accusa alla presenza di altri militari in varie occasioni, il sergente Carmelo Lo Manto è stato condannato dal Tribunale militare di Verona a un anno e sei mesi. Per un reato abbastanza raro dav sentire: «Diffamazione militare continuata pluriaggravata dalla discriminazione etnica».

Condanna pesante, soprattutto se si considera che il pm aveva chiesto una pena più bassa, ovvero quattro mesi. Ma il collegio giudicante c’è andato giù duro. E il sergente con il suo avvocato preannuncia l’appello.

Certo, contro il sergente ci sono molti testimoni, fra cui anche le alpine Elena Andreola e Sara Barcaro.

Di certo, l’odio era reciproco, visto che anche il maggiore Bensellam era stato deferito per aver aggredito il sergente. Ma il caso era stato chiuso per  «particolare tenuità del fatto».

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