Scoperta a Trento Nord la "fiera" dei rifiuti tecnologici

di Sergio Damiani

Decine di biciclette inservibili, centinaia di batterie esauste, frigo ed elettrodomestici rotti, telefonini, monitor, caldaie, ma anche scarpe e indumenti. I resti high tech delle nostre vite opulente venivano raccolti (illegalmente) in un  piazzale a Trento Nord, tra via Bassa e via Sestan, da dove poi i rifiuti partivano per l’Africa per essere riparati e venduti, oppure smontati e riciclati senza badare al fatto che nella spazzatura tecnologica ci sono anche rifiuti pericolosi.

Per questo “carosello” di rifiuti sono finite nei guai sette persone che in questi giorni hanno ricevuto un avviso di deposito atti. Naturalmente in questa fase si tratta di accuse ancora tutte da dimostrare.

Quattro indagati, in concorso tra loro, devono rispondere di un’attività di stoccaggio non autorizzata. «In particolare - si legge sul capo di imputazione - essendo gli stessi nella piena disponibilità del piazzale situato in via Sestan e via Bassa, effettuavano la gestione dei sottoelencati rifiuti pericolosi, ciascuno nella propria porzione di area, autonomamente gestite, ma attigua alle altre. A Boukare Bara e Bassirou Bara, originari del Burkina Faso ma residenti a Trento, difesi dall’avvocato Filippo Fedrizzi,  vengono contestate (citiamo solo qualche esempio) 327 batterie per veicoli esauste, alcune delle quali percolanti (da considerarsi rifiuti pericolosi); 8 frigoriferi;  69 compressori asportati dai frigoriferi fuori uso; 60 tra televisori e monitor.  

Al croato domiciliato a Cles Stevo Seatovic viene imputato  lo stoccaggio di 165 batterie e di 10 veicoli a motore (da una Mercedes A170 ad una Toyota Land Cruiser) «da qualificarsi - sostiene la procura - come rifiuto pericoloso in quanto non oggetto di bonifica». Marginale appare la posizione del trentino Gianni Nardelli a cui viene contestata solo la presenza nel piazzale di 6 veicoli, in gran parte senza targa, tra cui anche una Jaguar Sovereign e una Fiat Campagnola.

Bassirou Bara è indagato  anche per il reato di traffico illecito di rifiuti. Secondo l’accusa avrebbe organizzato un trasporto su camion partito da Trento il 6 dicembre 2018 e sottoposto a controllo doganale presso il porto di Genova. All’interno del mezzo pesante saltavano fuori 5890 chili di apparecchiature elettroniche (televisori, monitor, forni a microonde, stampanti) da considerare rifiuti non pericolosi. Inoltre venivano trasportate 324 batterie esauste, 31 frigoriferi, 2 estintori a polvere, indumenti e scarpe.

C’erano anche 60 biciclette usate, in gran parte inutilizzabili perché prive di parti essenziali, oltre a 24 lavandini in  acciaio. Un altro trasporto simile, oggetto di un controllo della polizia stradale di Malè, risale al 27 dicembre del 2018. Nel veicolo, tra l’altro, c’erano 240 batterie, ma anche 150 pezzi di pentolame usato, 8 cucine a gas, 2 lavatrici, 14 sedie.

Particolare è la posizione del marocchino Abdessamad El Abbassi, domiciliato a Trento,  accusato di traffico di rifiuti in seguito  ad un controllo eseguito su un furgone sempre al porto di Genova. Il mezzo trasportava in gran parte elettrodomestici rotti: autoradio, radiosveglie, aspirapolvere, macchine per il caffè, persino dispositivi aerosol, oltre a 42 cellulari usati di varie marche. Il marocchino, difeso dall’avvocato Claudio Tasin, ha spiegato e documentato che gli elettrodomestici rotti sono destinati ad  una associazione che in Marocco si occupa di assistenza ai disabili. Riparano gli apparecchi che si possono aggiustare e poi li rivendono. Ma il fine umanitario non ha evitato al marocchino contestazioni di rilievo penale.  

Nei guai per aver caricato una Passat, fermata al porto di Genova, con 870 chili di rifiuti da apparecchiature elettroniche (tra cui 108 telefoni cellulari e 86 frullatori) è finito anche il marocchino, residente a Trento, Abdellah Riyahi.

Diversa è la posizione del marocchino, residente a Trento, Abdelkerim Amejgar. L’indagato, difeso dall’avvocato Andrea Antolini,  è accusato di più episodi di furto ai danni di Crm cittadini. L’indagato a Mattarello avrebbe sottratto un televisore, a Martignano portava via materiale elettrico vario, poi di nuovo a Mattarello dove si impossessava di diversi elettrodomestici rotti, dai robot da cucina alle caldaie. I presunti furti di rifiuti  sarebbero stati commessi tra agosto e settembre 2018.

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