Quando c'era l'Ospedalino una ricca mostra fotografica per un pezzo di storia

di Patrizia Niccolini

Da “oggetto di cura” a “soggetto con i massimi diritti a poter realizzare ogni sua potenzialità”. Protagonista è e deve essere lui, il Bambino, con la maiuscola, come lo chiama da sempre il dottor Dino Pedrotti, alla cui opera nel campo nella neonatologia il Trentino deve molto. Lo ha ricordato il sindaco Alessandro Andreatta durante la presentazione di “C’era una volta l’Ospedalino di Trento”, mostra fotografica promossa dall’associazione ”Amici della Neonatologia Trentina” in collaborazione con la Fondazione Museo storico del Trentino, il sostegno di Regione autonoma Trentino-Alto Adige, Provincia e Comune di Trento, Azienda Sanitaria e Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri e il patrocinio di Unicef e ACP-Associazione Culturale Pediatri. Curata dall’architetto Roberto Festi insieme a Pedrotti, e composta da immagini inedite di fotografi trentini tra cui Sergio Perdomi, Flavio Faganello e Gianni Zotta, l’esposizione è stata allestita nella sala mostre del Centro Servizi Culturali Santa Chiara, dove potrà essere visitata fino al 25 febbraio 2020 grazie al volontariato delle storiche infermiere dell’Ospedalino (15-19, chiuso il lunedì). Attraverso oggetti simbolo, testi e una documentazione fotografica che copre un arco temporale di cento anni, testimoniato anche dal passaggio degli scatti dal bianconero al colore, sarà dunque possibile riscoprire “Storie di bambini e di mamme, di cure, di speranze e di vita 1919-2019”, e vedere i progressi compiuti nelle cure - un secolo fa in Trentino moriva un bambino su 4, oggi uno su 400 - grazie al lavoro svolto in una struttura nata dalla generosità di “tre pie donne trentine” nel 1919 presso la Scuola Tambosi, poi trasferita nel 1924 nella “Casa Rossa” in via della Collina, e nel 1991 al Santa Chiara. «È una mostra importante, che racconta un’evoluzione continua - ha dichiarato il sindaco -: sono stati fatti molti passi in avanti nella tutela del diritto alla salute dei neonati e non è un caso se questa sera Trento riceverà l’attestato di Città amica dei bambini e degli adolescenti». «Trento è una delle prime città a misura di bambino - ha confermato il neonatologo - deve essere lui a orientare e guidare le nostre azioni, come indicano le Nazioni Unite». La mostra è arricchita dal libro-catalogo realizzato per l’occasione, nel quale sono raccolte anche lettere dalle quali traspare l’angoscia delle madri per aver avuto un neonato con problemi di salute e altre riguardanti ricoveri di bambini dai 4 ai 14 anni e la loro sofferenza per la lontananza dai genitori.
L’associazione ”Amici della Neonatologia Trentina”, nata su iniziativa di Pedrotti, dal 1985 promuove una cultura che mette al centro i diritti del neonato e sostiene i genitori di neonati prematuri ricoverati in terapia intensiva sia con incontri di sostegno psicologico che dal punto di vista materiale: dal 2006 garantisce possibilità di alloggio a sei mamme in un appartamento in Largo Medaglie d’Oro, che si aggiunge all’unica stanza presente nel reparto di neonatologia, dove sono in corso lavori di ampliamento, con l’auspicio che il futuro Not preveda spazi adeguati per consentire ai genitori di stare vicino ai propri figli 24 ore su 24. Dal 1998 l’associazione è impegnata in progetti di cooperazione internazionale a favore di bambini nel sud-est asiatico, in Nepal e Vietnam.

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