Addio a Sandro Boato, poeta architetto, urbanista, consigliere in Provincia e in Comune per i Verdi

E’ morto nella notte l’architetto Sandro Boato, grande protagonista della vita politica, culturale e professionale del Trentino. I funerali si terranno giovedì 5 dicembre, alle ore 15, a Povo.

Urbanista verde e poeta era nato a Marghera nel 1938, maggiore di 5 fratelli con Maurizio del1939, Stefano del 1942, Marco del 1944 e Michele del 1947. Tutti, in un modo o nell’altro, impegnati in “politica”, prima nei gruppi spontanei di cattolici del dissenso, poi in Lotta Continua e, in vario modo, coi Verdi.

Sandro si era laureato in architettura nel 1961 e quasi subito si trasferì a Trento col prof. Samonà, per redigere il primo Piano Urbanistico Provinciale d’Italia; poi rimase in Provincia per seguirne la gestione. Urbanista appassionato dell’ambiente, dai primi anni ‘80 si impegnò nei Verdi ma le sue passioni sono soprattutto l’ecologia e la poesia.

Assieme ad Alex Langer e a Marco Boato, ha avuto un ruolo importante nella fondazione della lista Nuova Sinistra-Neue Linke con cui, dopo l’avv. Sandro Canestrini, entrò in consiglio provinciale dal 1978 al 1983. Dal 1985 al 1988 fu consigliere comunale di Trento, poi tornò in consiglio provinciale nel 1988-1993 con i Verdi, nati da poco, a cui versò tutta la quota eccedente il suo stipendio.

L’impegno letterario rimase però la passione più intensa di Sandro, architetto prestato alla politica, e ora la moglie Odilia Zotta, assieme a Marco, curarono il volume “Là dove core el me pensier in fuga”, con centinaia di sue liriche in italiano, veneziano, spagnolo ed anche inglese.

Ha anche tradotto un centinaio di poeti europei ed americani, nei due volumi “In forma di parole”. Tra le sue numerose pubblicazioni ambientali, si segnalano un volume sui Parchi naturali, vari saggi su pianificazione territoriale, salvaguardia dei centri storici e verde urbano e il pamphlet «Proteggere la terra dagli umani», ancor’oggi distribuito ai neo-abbonati di Gaia.

Le sue pubblicazioni sono spesso illustrate dal figlio Matteo, ingegnere, chitarrista classico, ma soprattutto pittore. Nelle battaglie per la terra e per il verde, Sandro si è avvalso spesso dei consigli e del sostegno della figlia Giulia, che insegna matematica delle Telecomunicazioni a Ingegneria di Trento.

Sandro ha avuto come prof.di religione al liceo don Loris Capovilla, segretario di Roncalli, allora Patriarca di Venezia, poi diventato Papa Giovanni; con don Loris, divenuto vescovo e cardinale e morto a 100 anni nel 2016, Sandro ha mantenuta una preziosa, quasi quotidiana, corrispondenza.

I fratelli lo ricordano come «uomo giusto, vero ecologista, impegnato civilmente, con un fortissimo amore per la poesia: perciò, come abbiamo fatto altre volte, ne pubblichiamo una particolarmente bella».

METAMORFOSI

Aqua
aqua viva
aqua fresca
aqua ciàra
aqua bela
aqua santa
aqua sorela
aqua che canta
aqua che aqua!

Che aqua xela?
forse aqua neta
sempre aqua ma …
co’ mal odor
qualche strasseta
un fia’ de plastica
na s’cianta de colór.

Aqua sta qua xe aqua?
la scola sbròdega
la spussa stómega
la stagna sófega.
Aqua
no aqua
sensa più nome
sensa più vose
e sensa luse
sensa la trasparensa
aqua sporca
aqua nera
aqua morta
scoassera
aqua gera.

I VERDI ITALIANI LO RICORDANO - 

«Alle 5.30 di questa mattina ci ha lasciati Sandro Boato, fondatore dei Verdi italiani, primo consigliere provinciale del Trentino ed ex consigliere regionale del Trentino Alto Adige nella legislatura 1988-1993. Nel compiangere il caro amico e stringerci attorno ai suoi cari, lo vogliamo ricordare con le parole dell’edizione del 22 novembre 1988 del quotidiano La Repubblica: ‘nella bianca Trento monta l’onda verdè». Così, in una nota, Angelo Bonelli, coordinatore dell’esecutivo nazionale dei Verdi e i due co-portavoce, Elena Grandi e Matteo Badiali.
«Sandro Boato, - ricordano i tre, - architetto e urbanista, è stato scrittore saggista, poeta e artista. Ci ha lasciati una persona importante e significativa della cultura politica ecologista e Verde del Paese. I Verdi italiani, - concludono Bonelli, Grandi e Badiali, - abbracciano con affetto la moglie Odilia, i figli Giulia e Matteo e i fratelli Marco, Stefano, Michele e Maurizio».

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