Sei profughi in fuga dalla Siria A Trento mamma e 5 figli

di Daniele Benfanti

Sono partiti questa notte, alle 4, dall’aeroporto di Beirut. Alle 7 l’atterraggio a Roma Fiumicino con un volo Alitalia. Stamattina una conferenza stampa nella capitale e stasera, verso le 19, è previsto l’arrivo a Trento. Si tratta del corridoio umanitario che porta in Trentino una madre siriana, della città di Homs, con i suoi cinque figli, di età compresa tra i 7 e i 16 anni, finora ospitati nel campo profughi di Tel Abbas, in Libano, al confine con la Siria. A promuovere e seguire l’operazione umanitaria c’è Mattia Civico, ex consigliere provinciale.

Dal Libano ci descrive una situazione politica in peggioramento: «È in atto una rivoluzione. Per ora abbastanza pacifica. Il popolo protesta per la situazione economica critica e la mancanza di diritti. C’è una forte sfiducia. Il governo è caduto, forse ci sarà un rimpasto. Hezbollah finora è rimasto alla finestra. Molte strade sono bloccate. Anche le ambasciate sono rimaste chiuse a inizio novembre. Noi siamo al campo di Tel Abbas: un centinaio di persone è ospitato qui. Sono profughi siriani. Dall’inizio della guerra, nel 2011, il Libano, un Paese da 4,5 milioni di abitanti, ha accolto 1,6 milioni di siriani».

Numeri che spiegano da soli come l’emergenza umanitaria sia costante. Civico racconta: «I profughi siriani in Libano non godono di alcun diritto. Né istruzione, né sanità. Nei giorni scorsi la nostra rete di volontariato, formata da Comunità di Sant’Egidio, Tavola valdese e Federazione Chiese valdesi, ha acquistato un’incubatrice per un bimbo del campo nato prematuro. Al campo profughi di Tel Abbas operano otto volontari italiani, che dormono in una tenda al campo. Due sono trentine e operano per Operazione Colomba: Silvia Siviero, 22 anni, di Trento, e Silvia Liberi, 25 anni, di Rovereto. Lo strumento dei corridoi umanitari è istituzionale, sicuro, previsto dall’articolo 25 delle Regole sui visti europei. I sei siriani (mamma e bambini) in arrivo a Trento oggi hanno ottenuto il visto dalla nostra ambasciata. Un visto a territorialità limitata, valido solo per l’Italia.

«A Trento – prosegue Civico – la famiglia siriana sarà accolta dall’Associazione per i minori, l’Appm, e ospitata in un suo alloggio. Dopo un breve periodo di decantazione e ambientamento, saranno avviati percorsi formativi linguistici per inserire progressivamente, a partire da inizio 2020, i bambini e ragazzi a scuola. I profughi vengono registrati e iscritti al servizio sanitario». Civico riesce a organizzare due-tre corridoi umanitari l’anno. «Abbiamo iniziato nel 2016, grazie al mio ordine del giorno nella finanziaria provinciale. Arrivò un primo grande nucleo familiare a Ravina, oggi distribuito sul territorio, in realtà piccole. Abbiamo già accolto, con lo strumento dei corridoi umanitari, una dozzina di famiglie, per un totale di 60 persone. Hanno collaborato attivamente la Fondazione Comunità solidale e il centro Astalli. Questa volta l’Appm. Dobbiamo lavorare perché i corridoi umanitari diventino lo strumento principale dell’accoglienza, per evitare stragi e morti nel Mediterraneo» conclude Civico.

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