Studenti trentini al lavoro a Venezia per salvare i libri dall'acqua

di Giorgio Lacchin

«L'acqua alta in Piazza San Marco ha fatto saltare la proclamazione dei laureati. Anche la mia».

Tommaso Pancheri è di Isera e ha 21 anni. Tanti ragazzi trentini studiano a Venezia e anche per loro è stata una settimana straordinaria e angosciante.
«Mi sono laureato a Ca' Foscari quindici giorni fa in Studi internazionali di filosofia ed economia», racconta Tommaso. «Laurea triennale, ora proseguo con la magistrale a Milano».
La proclamazione doveva svolgersi venerdì pomeriggio in Piazza San Marco. «Avremmo dovuto essere un migliaio, più o meno, ma già mercoledì mattina abbiamo capito che ci sarebbero stati dei problemi. Hanno mandato un primo avviso, pensavamo l'avrebbero posticipata di qualche ora invece la situazione era talmente grave che l'hanno rinviata, e non sappiamo a quando». Ca' Foscari è chiusa da mercoledì e riaprirà soltanto oggi.

«Ho già cominciato la magistrale. Il giorno della proclamazione avrei preso il treno la mattina a Milano per arrivare a Venezia. Ho vissuto per due anni nella città di San Marco ma sono stato abbastanza fortunato: mi hanno rinviato solo un esame a causa dell'acqua alta! È successo l'anno scorso proprio in questo periodo, era la sessione di fine ottobre inizio novembre e anche quella volta l'acqua alta arrivò a un livello davvero notevole». Tommaso riuscì a dare l'esame di macroeconomia solo 10 giorni dopo.
«Ovviamente i veneziani sono abituati all'acqua alta», conclude, «ma sono incavolati per tutti i soldi buttati nel Mose, che finora non sono serviti a niente».

Marsjola Gjergji è albanese d'origine, ha 20 anni e abita a Rovereto da undici. A Venezia studia Architettura, 2° anno. «Giovedì mattina, il giorno dopo il disastro, sono andata con due amiche alla libreria Acqua Alta per aiutare a mettere in salvo i libri. Eravamo in tanti e abbiamo fatto una catena umana. Un sacco di volumi sono andati distrutti, molti altri erano rovinatissimi e i proprietari ci dicevano portàteli a casa, se volete. Ero stata in quella libreria proprio due giorni prima, avevo lasciato un mio contatto per un libro che stavo cercando».
Marsjola è in un gruppo di studenti che si è organizzato per dare una mano. Altre librerie sono in una situazione simile all'Acqua Alta, e qualche biblioteca, anche dell'università Ca' Foscari. «Si sono rovinati dei libri antichi, ci vorrebbero degli esperti», dice.

Marsjola abita al quarto piano di un condominio nel sestiere di Santa Croce. «Mercoledì, per colpa dell'acqua alta, è saltata la luce in tutto il palazzo», ricorda, «il signore che abita al primo piano ha acceso delle candele e per sbaglio ha dato fuoco a un giubbotto. Lo ha buttato nel vano scale, il fumo è salito e noi che non sapevamo cosa fosse ci siamo spaventate. Non si vedeva nulla e non riuscivamo a scendere così abbiamo chiamato i pompieri. È stato incredibile. E il signore delle candele ha i muri dell'appartamento completamente anneriti».
I supermercati a Venezia sono stati presi d'assalto nelle ultime ore, sospira Giorgia Maule , 23 anni, di Volano, «perché domani (oggi, ndr) è prevista un'altra brutta acqua alta. Trovare frutta o verdura è praticamente impossibile. Mercoledì scorso la stessa cosa: ho fatto 25 minuti di fila alla cassa».

Giorgia frequenta il 1° anno della magistrale di Architettura. «Martedì sera ero nella biblioteca dell'università quando alle nove ci hanno detto tutti a casa, si chiude, c'è l'allerta acqua alta». Di solito la biblioteca chiude a mezzanotte. «Così ho infilato gli stivali e sono uscita. Il mio appartamento è vicino al ponte di Rialto, una zona abbastanza bassa. In genere impiego 20 minuti ad arrivare ma quella sera ho impiegato un'ora e un quarto. L'acqua era così alta che avevo gli stivali pieni e sotto casa mi arrivava sopra il ginocchio».
Alla libreria Ca' Foscarina, prosegue Giorgia, vendono molti libri con il 50% di sconto perché sono tutti bagnati. «Tanti ragazzi che conosco hanno dovuto chiedere ospitalità agli amici che abitano ai piani alti perché l'acqua è entrata nelle case e ha raggiunto un livello tale da uscire dal water e dalla doccia, scattano gli impianti salva-vita e salta la luce. Non si può neppure caricare il cellulare».

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