Mamma e bimba morte in slitta Il perito accusa i cartelli

I cartelli posti all’arrivo della seggiovia in cima al Corno del Renon non rispettavano le norme Uni sulla segnaletica. Lo ha stabilito, in una lunga e articolata relazione, il perito Ernesto Rigoni, che era stato incaricato dal  giudice per le indagini preliminari di Bolzano, Emilio Schonsberg, nell’ambito dell’incidente  probatorio attualmente in corso per chiarire le cause dello schianto con la slitta avvenuto lo scorso 4 gennaio.

L’incidente  era costato la vita a due persone: la piccola Emily Formisano, di 8 anni, e la madre Renata Dyakowska, 38 anni, che spirò in ospedale una quarantina di giorni dopo l’incidente.

Il giudice ha affidato una perizia al consulente,  esperto di piste da sci, proprio per verificare se la segnaletica posta all’inizio della pista fosse conforme ai regolamenti vigenti, ed in particolare se apparisse in maniera evidente il divieto di discesa con le slitte. Secondo il perito, il cartello che si trovava  nell’ampio spiazzo che si apre davanti alla stazione a monte dell’impianto di risalita, si trova ad una quarantina di metri, quindi troppo distante dall’arrivo.

Proprio per la sua errata collocazione, il cartello non sarebbe conforme alle norme Uni sulle segnalazione delle piste da sci. Il perito ha poi aggiunto che comunque anche le indicazioni erano poco chiare, in quanto indicavano la destinazione delle piste e non anche altre caratteristiche.

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