Ioppi: «Anziani in carico ai medici di base per alleggerire pronto soccorso e ospedali»

di Angelo Conte

Aumentare l'impegno sul progetto delle Cure intermedie, con la Provincia che ha deciso di puntare su una trentina di posti letto (11 al San Camillo, 12 a Mezzolombardo già operativi, 10 ad Ala e 3 a Tione probabilmente entro il 2020), avviando la riforma del progetto. Dare più strumentazioni e assistenza ai medici di base, con un nuovo modello di Aft (le aggregazioni funzionali territoriali), affinché gli anziani e in particolare quelli affetti da malattie croniche, possano essere prresi in carico dai dottori di famiglia senza inviarli automaticamente al Pronto soccorso o agli ospedali.
La proposta arriva da Marco Ioppi, presidente dell'Ordine dei medici del Trentino. Che premette come la situazione da cui si parte in provincia e in Italia sia meglio di moltie altre realtà europee. «Fortunatamene in Italia c'è un servizio sanitario nazionale che garantisce sulla carta l'accesso alle cure a tutti, in alcuni paesi alcune cure dopo una certa età non vengono più erogate: ad esempio in Svezia i pace maker dopo gli 80 anni non vengono impiantati. In Italia siamo fortunati e dobbiamo difendere questa impostazione dell'assistenza sanitaria» premette il presidente dei Medici.
«Poi - aggiunge - è vero che c'è un incremento delle persone anziane e delle difficoltà oggettive delle strutture sanitarie per l'aumento di richieste di servizi, anche alla luce delle persone con cronicità. E si va verso una riduzione delle risposte dei servizi perché mancano medici e personale sanitario».
Per uscire da tale problema Ioppi lancia due proposte.
La prima riguarda un potenziamento del progetto Cure interemedie: «Se riusciamo a far sì che ci sia un maggior utilizzo delle cure intermedie per chi prima di tornare a casa dopo un intervento in ospedale viene seguito nelle Rsa, potremmo svuotare i letti degli ospedali per gli acuti e avvicinare maggiormente i pazienti a casa dove tutti vogliamo stare». Per Ioppi «il progetto delle cure intermedie è un tentativo positivo e che va confermato perché ha funzionato».
La seconda proposta riguarda il potenziamento della rete dei medici di base- «Per aiutare il pronto soccorso e gli ospedali occorre puntare molto sulla medicina di base che è quella che deve fare da filtro e che conosce meglio il paziente cronico anziano. Nell'ultima finanziaria c'è uno stanziamento per gli ambulatori dei medici di base per dotare gli ambulatori di strumentazioni come la spirometria, utile per capire se un paziente deve essere ricoverato o restare a casa, o gli elettrocardiogrammi per cui il medico di base può dare risposte senza l'aiuto delle strutture che trova in ospedale o in pronto soccorso. In questo modo si può ridurre la presenza di anziani in pronto soccorso, si può pensare di trasformare i medici di base in primo soccorso e primo intervento» aggiunge Ioppi.
«Serve però che il meidcio di base sia aiutato e valorizzato e sostenuto non solo con attrezzature medicali ma anche con una rete informatica e di impiegati che aiutino i medici. Serve una equipe dotata di infermieri, assistenti sociali e psicologi, perché tante situazioni vanno affrontate da quel punto di vista lì, perché la cronicità in età avanzata si associa sempre più a delle fragilità anche psicologiche» dice Ioppi.
Che rilancia il progetto delle Aft: «È una risposta per potenziare il servizio di medicina generale, ma non vanno calate dall'alto ma discusse con gli attori ossia i professionisti della medicina generale. Finora si sono studiati a tavolino dei progetti ideati da Soloni che non conoscevano il nostro territorio mentre occorre dialogare e essere umili e coinvolgere i medici di base».

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