Cultura: Dalla Sega replica a Matuella «Sbaglia, siamo già sulla strada giusta»

di Gigi Zoppello

Paolo Dalla Sega, consigliere del Centro Santa Chiara nominato dal Comune di Trento, già nella passata compagine ed ora riconfermato per 5 anni, è certamente uno che le competenze le ha: organizzatore di eventi a livello mondiale, docente di organizzazione di eventi culturali alla Cattolica di Milano, consulente di importanti festival internazionali.
Ha sentito che la nuova vice presidente Sandra Matuella ha detto (Qui l'intervista all'Adige) che il Santa Chiara va rilanciato?
Devo dire che la parola rilancio mi ha fatto saltare sulla sedia. Ho le ventura di essere uno dei vecchi del consiglio di amministrazione (due su 5). Ho letto l'intervista di Matuella e fa capire chiaramente di un cambiamento di rotta. Per carità, è legittimo. Ma parlare di rilancio fa sembrare che quello che si è fatto finora sia un disastro.
E invece?
Il mandato appena concluso è stato dedicato nella prima parte a lavorare sulla solidità finanziaria e mettere a posto i conti, poi a ridefinire una proposta artistica con contenuti aggiornati alla contemporaneità, facendo nel contempo crescere un pubblico competente. Mi piace anticipare che a 7 giorni dalla chiusura delle prenotazioni per la nuova Stagione di prosa, abbiamo già superato il record dell'anno scorso, e questo succede da 5 anni di fila. Il pubblico cresce, ci segue. Ma non solo nel teatro: abbiamo avviato nuove importanti rassegne di musica, come Transiti, Jazz About e Musica Macchina, che hanno avuto un successo superiore agli analoghi eventi in città come Milano o Roma. Bill Frisell si è esibito qui da poco, e il giorno dopo era al Blue Note. Caterina Barbieri di Musica Macchina dopo Rovereto, va alla Biennale.
Però la vice presidente Matuella, dall'alto della sua esperienza nella gestione di enti culturali, dice che occorre guardare a un pubblico più vasto.
Io dico che giovedì prossimo ci sarà la prima del nuovo spettacolo che abbiamo prodotto sulla tragedia di Stava. Si intitola "19 luglio 1985", la drammaturgia è di Marco Bernardi che fra l'altro è l'artefice del grande successo delle nostre stagioni di prosa. Lo produciamo con una realtà trentina come OHT, con Filippo Andreatta che è anche un co-curatore di Centrale Fies, ed è uno spettacolo che nasce dall'esperienza della coralità trentina, che è un grande patrimonio trentino. Infine, è prodotto insieme a RomaEuropa Festival, una delle realtà più importanti a livello europeo. Cosa potrei chiedere di più?

Quindi il Santa Chiara è sulla strada giusta?
A me pare che tutto quello che stiamo facendo oggi sia perfettamente in sintonia con le linee guida illustrate dall'assessore provinciale alla cultura Mirko Bisesti al Forum: apertura, internazionalizzazione, trasversalità dei linguaggi. Si è intrapresa da tempo, al Centro, una fase di educazione e apertura ai linguaggi nuovi affinché non siano ostici, ma contemporanei. Sempre in stretta relazione con i territori, e la dimostrazione è che le nostre stagioni ad esempio di prosa continuano a fare record su record. Tutto è migliorabile, ma bisogna conoscere cosa ha fatto il Santa Chiara in questi anni. Ad esempio si è fatto carico di organizzare le Feste Vigiliane, la manifestazione più autenticamente popolare del Trentino. Questa è la strada giusta, attenzione a stravolgerla.
Perché allora Matuella è convinta che questo sia un fortino da espugnare?
Non lo so e non vedo l'ora di incontrarla, per farmelo spiegare da lei. Io vedo che nelle nostre sale ci sono i cori, la Haydn, il cinema, la musica di ricerca, la prosa, collaboriamo con i musei come Mart e Muse, e con i festival. Cosa deve fare il Centro Santa Chiara? Proprio questo: sradicare i fortini e fare rete, ma questo lo stiamo facendo da anni. Se quello di Matuella è un auspicio, ben venga. Ma quello che si è fatto è lì a dimostrare come abbiamo lavorato.
Quindi avanti con il "Lago dei Cigni", come vuole Matuella.
Io non ragioni in termini di singolo spettacolo. Dico che la nostra stagione di danza riempie un bisogno del nostro pubblico, che in regione ha una grande offerta di qualità in estate, ma poi in inverno non trova quello che cerca. La nostra stagione è sostenuta dal Ministero, ed il nostro consulente è il direttore di Bolzano Danza, quest'anno votato miglior festival di danza in Italia. Tutto è perfettibile, però?
Però?
Però forse ci sarebbe prima da sciogliere qualche altro nodo, ad esempio quello della governance del Santa Chiara.
Un problema che 15 anni fa affrontò la Cogo, rimanendo però scottata e sconfitta.
Per carità, non voglio dare giudizi. Ma dico che sarebbe bello rendere questo ente indipendente dalla politica, magari andando a vedere come hanno fatto in altre realtà, come il Piemonte o l'Emilia Romagna. Andare verso modelli diversi, dopo tanti anni, è auspicabile. Però intanto il mio mandato di 5 anni dal Comune di Trento si concentra su questo: dopo aver sistemato la parte finanziaria, andare avanti con i contenuti e la crescita del pubblico. Mi auguro che la collegialità che c'è sempre stata nel Consiglio continui. E se invece ci troveremo con idee diverse, sarà bello discuterne.

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