Professoressa con l'occhio nero Il marito finisce ai domiciliari

L’insegnante veniva a scuola con gli occhiali scuri; anche se era novembre, anche se non c’era il sole. Lo stato di sofferenza e di prostrazione di quella donna, che si era confidata con qualche collega di una scuola media della città, non è sfuggita alla dirigente scolastica che nel febbraio scorso si presentò in Questura (era tenuta a farlo) per denunciare  una situazione di probabile violenza domestica.

Il processo a carico del marito della professoressa si è aperto con i testimoni chiamati dalla pm Patrizia Foiera. L’uomo, presente in aula al fianco dell’avvocato difensore Stefano Frizzi, dal maggio scorso è agli arresti domiciliari presso conoscenti. È accusato di maltrattamenti in famiglia: in più occasioni avrebbe malmenato la moglie, descritta dai colleghi come un’insegnante molto preparata, ma labile sul piano emotivo. Una donna che anche in passato, prima di conoscere il marito, aveva vissuto momenti di malessere.  

Tra i testimoni chiamati a deporre c’era la dirigente scolastica che ha riferito come in due e o tre occasioni durante lo scorso anno scolastico notò anche lei segni di violenza sul viso della professoressa. Quest’ultima si confidò ammettendo di essere stata picchiata dal marito, ma la donna tendeva a smorzare i toni e a giustificare i comportamenti violenti del coniuge dicendo che era colpa sua.

In seguito al coniuge arrivò un provvedimento di ammonimento del questore. Ma le turbolenze in famiglia non cessarono. A maggio la procura chiese e ottenne dal gip un’ordinanza di custodia cautelare. Decisiva era stata la breve deposizione resa dalla donna davanti alla Squadra mobile in cui confermò le violenze fisiche ma anche psicologiche (riferì che l’uomo le sottraeva soldi e carte di credito). Decisiva sarà ora la deposizione della parte lesa. La docente ieri non era in aula, ma dovrà tornare in tribunale a gennaio. Il reato di maltrattamenti presuppone reiterate condotte violente che solo la vittima può confermare o meno.

Dopo l’arresto, in occasione dell’interrogatorio di garanzia, il marito e odierno imputato negò i maltrattamenti pur ammettendo che in un paio di occasioni aveva alzato le mani sulla donna ma - sostiene lui - per farla smettere di bere. In un’occasione, dopo aver trovato la moglie ubriaca in una sala giochi, l’imputato avrebbe preso la donna per il collo rifilandole qualche ceffone. In quell’occasione intervennero anche i carabinieri. Un militare, sentito ieri come teste, ha confermato quell’episodio di violenza e lo stato di ubriachezza dell’insegnante (che certo non giustifica le botte).

Bere troppo è un altro sintomo di profondo malessere, ma non si concilia con l’insegnamento. Una lettera dei genitori degli studenti inviata alla preside  segnalava l’abuso di alcol. La stessa dirigente in aula ha detto di aver visto in un’occasione la prof ubriaca. Alla prossima udienza sarà sentita un’operatrice del Centro anti violenza a cui si rivolsero alcune insegnanti della scuola media per capire come aiutare e sostenere la (ora ex) collega.

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