Incassa un assegno falso La banca deve risarcire

Non sapeva di aver incassato un assegno falso, ma dopo essersi visto stornare dalla banca che aveva gestito l’operazione i 9.800 euro incassati, si è rivolto al Centro consumatori di Trento e all’Arbitro bancario finanziario, che ha dato ragione al cliente e condannato l’istituto di credito a risarcirlo della somma.

Come riporta il Crtcu in un comunicato, il consumatore aveva messo in vendita un orologio del valore di 9.800 euro su un sito di annunci, ricevendo successivamente l’interesse di un acquirente.

Accordatisi sul prezzo, si erano entrambi recati in banca per l’incasso dell’assegno, senza che la banca evidenziasse anomalie. Solo successivamente all’accredito della somma la banca aveva poi comunicato la natura fraudolenta del titolo, stornando la somma accreditata.

L’assegno è stato infatti negoziato in procedura di ‘check truncation’, ossia la macchinetta in cui il bancario fa passare l’assegno per controllarlo e trasmetterne i contenuti. Tale procedura consente alla banca negoziatrice di assegni circolari di chiederne il pagamento alla banca emittente, mediante l’invio di un messaggio elettronico concernente le informazioni necessarie per la sua estinzione, con la conseguenza che il titolo non viene trasmesso nella sua materialità alla stessa banca emittente. Inoltrata la richiesta di risarcimento alla banca e ricevutane risposta negativa, il consumatore, assistito dal Centro, ha proposto un ricorso all’Arbitro bancario finanziario, che ha condannato la banca a risarcire. In conclusione - spiegano dal Crtcu - «l’orientamento che si è formato è nel senso che ogni rischio (di frode o falsità) connesso al minor livello di controllo che essa comporta debba ricadere sull’operatore bancario che da tale servizio trae vantaggio».

«Di conseguenza, in questi termini può individuarsi una responsabilità della banca negoziatrice, non potendosi ritenere che gravi sul richiedente il rischio di clonazione di titoli negoziati in Check Truncation», commenta Carlo Biasior, direttore del Crtcu, che spiega anche come stiano aumentando i casi di pagamento con assegni bancari o postali falsi. Il consiglio è, in tutti i casi di vendita di prodotti tra privati, di far verificare prima alla banca la validità dei titoli di pagamento.

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