In Trentino torna di moda sposarsi ma calano i neonati e gli stranieri

di Nicola Marchesoni

In Trentino torna di moda sposarsi. Nel 2018, dopo l’importante calo registratosi nei precedenti dodici mesi (-8,6%), sono stati celebrati 1.513 matrimoni. Il 2,9% in più rispetto al 2017.
Non sta invece aumentando la percentuale degli stranieri che risiedono nella nostra provincia: l’8,8% sulla popolazione totale. Nel 2013 era del 9,5%. Sono questi alcuni degli interessanti dati contenuti in “Conoscere il Trentino”, messo online nella giornata di ieri dall’Istituto di statistica della Provincia di Trento (Ispat).
La pubblicazione, la quale mette in luce tra le altre cose che dal 2007 è aumentata la percentuale di famiglie a rischio povertà (20,6% nel 2018) o gravemente deprivate (1,6%) - anche se il Trentino rimane lontano dai valori raggiunti a livello nazionale (rispettivamente 27,3% e 8,5%) - anticipa la diffusione dell’Annuario statistico, prevista per la metà del mese di dicembre.

Residenti in Trentino.

Al 31 dicembre 2018 la popolazione residente in Trentino ammonta a 541.098 abitanti, distribuiti in 176 Comuni. In poco meno di un secolo la popolazione è cresciuta di circa il 32% (nel 1921 la popolazione residente era pari a 409.845 abitanti) e il numero dei Comuni si è ridotto di oltre il 50% (erano 370 nel 1921).

Nascite e decessi.

I nati nel 2018 ammontano a 4.353 unità, il livello più basso dal 1991. Il tasso di natalità si è attestato sul valore di 8,1 nati per mille abitanti, lievemente inferiore a quello dell’anno precedente (8,3 per mille). Il numero dei morti è di 5.014 unità e il tasso di mortalità è risultato pari a 9,3 per mille, un livello analogo a quello dell’anno precedente (9,4 per mille). Il saldo naturale (differenza tra nascite e decessi) si presenta con segno negativo (- 661 unità) e conferma per il quarto anno consecutivo l’interruzione del trend positivo, che era in atto dalla seconda metà degli anni Novanta.
La popolazione straniera.
Gli stranieri residenti (47.393 unità) costituiscono l’8,8% della popolazione totale. La minore incidenza dei cittadini stranieri sul totale della popolazione residente riflette, da un lato, il calo delle iscrizioni anagrafiche di persone provenienti dall’estero e, dall’altro, l’aumento delle acquisizioni di cittadinanza italiana, che nel corso del 2018 sottraggono 1.552 persone alla quota totale degli stranieri residenti.

L’età media si alza.

Parallelamente all’aumentare della popolazione residente in Trentino è cresciuta l’età media della stessa, che è passata dai 38 anni del 1986 ai 44,1 anni del 2018 (43,9 anni nel 2017). L’indice di vecchiaia è prossimo al 154 per cento (era l’86 per cento nel 1985 e 150 per cento nel 2017), ovvero ogni 100 giovani con meno di 15 anni sono residenti in Trentino 154 anziani di 65 anni e oltre.
Matrimoni religiosi e civili.
Nel 2018, dopo l’importante calo dell’anno precedente (-8,6%), tornano a crescere i matrimoni (+2,9% rispetto al 2017). I matrimoni celebrati sono stati 1.513, un numero comunque molto lontano dai valori degli anni Novanta, quando se ne celebravano circa 2.500 all’anno. Torna a crescere il rito religioso (+7,1%), interrompendo un trend in costante flessione dal 2011 (rispetto al 1995 il numero dei matrimoni religiosi si è ridotto del 70%) mentre è sostanzialmente stabile (+0,6%) il numero di matrimoni celebrati con rito civile: quest’ultimo è arrivato a rappresentare circa il 65% del totale dei matrimoni contratti nell’anno.

Istruzione.

Si conferma il processo di innalzamento del livello di istruzione della popolazione residente: il tasso di scolarità dei ragazzi tra i 14 ed i 18 anni è stabilmente sopra il 96%, circa 3 punti percentuali più della media nazionale. La quota di popolazione che ha conseguito solo la licenza di scuola media inferiore è pari al 43% circa (era poco più del doppio nel 1981), mentre la quota di diplomati e laureati è pari al 57% (15% nel 1981).

Prodotto interno lordo.

Nel 2018 il Prodotto interno lordo del Trentino sfiora i 20 miliardi di euro a prezzi correnti (19,94 miliardi), con un incremento del 2,4% rispetto all’anno precedente (+1,6% a prezzi costanti). Il Pil pro capite ammonta a poco meno di 37 mila euro (36,89 mila euro), circa il 27% in più rispetto al dato nazionale. Circa i tre quarti (71,9%) del valore aggiunto provinciale provengono dal settore dei servizi, sia pubblici che privati.

Agricoltura.

Le principali coltivazioni agricole fanno segnare nel 2018 livelli di produzione particolarmente elevati. La produzione di uva è pari a 1,4 milioni di quintali, con un incremento di circa il 36% rispetto all’anno precedente. Tre quarti della produzione è di uva bianca. Anche le mele fanno segnare un livello di produzione record, con 5,7 milioni di quintali.

Le imprese.

Nel 2018 le imprese attive in Trentino risultano 46.411, con una flessione contenuta di 14 unità rispetto all’anno precedente. La contrazione maggiore ha riguardato il settore del commercio all’ingrosso, al dettaglio e la riparazione di autoveicoli, con un calo di 223 imprese, pari al -2,7%. Gli incrementi maggiori, viceversa, si registrano nei settori dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (101 nuove imprese attive) e delle attività professionali, scientifiche e tecniche (60 nuove imprese). Le imprese straniere risultano 3.013 (+0,6% rispetto al 2017). Per quanto riguarda l’imprenditoria femminile sono 8.448 (+0,2% rispetto al 2017) le imprese attive in cui la percentuale di partecipazione femminile risulta superiore al 50%, e rappresentano circa il 18% del totale delle imprese attive in Trentino.

Turismo.

Nel 2018 gli arrivi e le presenze negli esercizi alberghieri ed extralberghieri raggiungono livelli record, con circa 13,1 milioni di presenze nei primi e 5,1 milioni di presenze nei secondi. Se a queste strutture si aggiungono gli alloggi privati e le seconde case, le presenze turistiche nell’anno raggiungono i 32,5 milioni, circa mezzo milione di presenze in più rispetto all’anno precedente.

Esportazioni.

La Germania continua a rappresentare il principale mercato verso cui sono dirette le merci trentine (18%), in crescita rispetto al 17,2% del 2017). Quote rilevanti di prodotti locali sono dirette verso gli Stati Uniti d’America (11,1%), la Francia (9,4%), il Regno Unito (8,1%) e l’Austria (5,7%).

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