Una moglie tradita residente in Valsugana ha denunciato l'amante del marito per le "corna" rese pubbliche su Facebook

Non solo l’umiliazione e il dolore per il tradimento. Una donna ha dovuto fare i conti anche con il dileggio pubblico: l’amante del marito, infatti, seppure sotto mentite spoglie, aveva postato frasi offensive, con espliciti riferimenti alla sua condizione di “cornuta”.

Ma gli insulti affidati alla più grande piazza virtuale, Facebook, hanno messo nei guai l’amante, che si è trovata a dover rispondere di diffamazione aggravata. Dopo esserci opposta ad un decreto penale di condanna molto salato, la donna è dunque finita davanti al giudice, ma ha deciso di chiedere scusa alla vittima.

La vicenda approdata in Tribunale è successa lo scorso anno in Valsugana. Si tratta dell’ennesimo caso di offese “virtuali”, sempre più spesso al centro di procedimenti penali, che però hanno conseguenze estremamente concrete per chi ne è l’autore.

In questo caso tutta la vicenda ruota attorno ad un tradimento. Il marito della vittima e l’amante, una cinquantenne, si sarebbero conosciuti in negozio. Dalle battute iniziali ai complimenti, la relazione tra i due si sarebbe poi trasformata in un rapporto sentimentale.

A quanto pare, all’imputata, non bastava però avere conquistato il cuore dell’uomo. La donna voleva rendere pubblico l’accaduto. E così ha pensato di utilizzare i social per screditare l’altra donna. L’amante, però, non usava il proprio profilo Facebook per scrivere, ma aveva aperto un profilo falso.

Sulla bacheca della malcapitata, dunque, sono stati postati una decina di messaggi. Frasi dal contenuto inequivocabile, in cui veniva resa chiara la posizione di “cornuta” della moglie, accompagnati da immagini ironiche.

Si può facilmente immaginare lo stato d’animo della vittima, costretta a fare i conti con la sofferenza per il tradimento del marito e costretta a subire perfino offese pubbliche. La donna, però, ha deciso di andare fino in fondo e di scoprire chi si nascondesse dietro quel profilo falso. Così ha presentato denuncia presso la polizia postale che, attraverso i dati informatici, è risalita all’autrice di quei messaggi. Cosa avesse spinto l’amante a volere deridere pubblicamente la sua “rivale” è difficile da dire. Sta di fatto che, le conseguenze di quel dileggio pubblico, non si sono fatte attendere.

La donna è stata denunciata per diffamazione aggravata e, per lei, è arrivato il conto di quella vendetta social: un decreto penale di condanna da 12mila euro.
A quel punto, attraverso un legale, la donna ha però deciso di opporsi ed è finita davanti al giudice. Nel frattempo, forse realizzando la gravità del fatto commesso, l’amante ha preso carta e penna ed ha scritto una sentita lettera di scuse alla moglie tradita. Di fronte a quelle parole la vittima, benché ancora molto amareggiata, ha deciso di ritirare la querela. Ora la palla è nelle mani del giudice che, di fronte alla remissione di querela, potrebbe dichiarare il non luogo a procedere.

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