Vigo Meano, la scuola è felicità grazie alla "Settimana semplice"

di Giorgio Lacchin

Le matite colorate sono in mezzo all’isola. Quattro banchi appiccicati l’uno all’altro fanno un’isola. «Ogni bambino ha la propria penna ma tutto il resto è in comune», spiega Matteo Zanella, collaboratore del Dirigente per l’organizzazione delle scuole primarie dell’Istituto comprensivo Trento 7.

La scuola elementare «Italo Calvino» è in cima a Vigo Meano. Sono le dieci del mattino. «È il momento della ricreazione, tra mezz’ora i bimbi torneranno in classe». Tra mezz’ora? «Sì, li trattiamo bene».
Sono novanta bambini e vengono da Vigo Meano, Cortesano e Gazzadina. C’è una sezione per classe, tranne la 3ª classe che ne ha due.  

La “settimana semplice” è un altro modo di trattarli bene. «Da quattro anni è la nostra modalità organizzativa», prosegue Zanella. «In Trentino qualcun altro fa qualcosa di simile. La nostra “settimana semplice” è strutturata su cicli di tre settimane: la prima settimana è dedicata alle materie dell’ambito linguistico, la seconda alla matematica e alla logica, la terza ai “saperi”, cioè storia geografia e scienze. Poi ricomincia il giro». Non è così nelle altre scuole elementari dove nello stesso giorno i bambini devono seguire materie di ambiti diversi.
«Secondo noi l’alunno impara di più se si concentra per una settimana sullo stesso obiettivo», dice Zanella. Il rischio di dimenticare quello che si è imparato la settimana precedente viene scongiurato grazie alle “finestre”. Nella “settimana semplice” dell’italiano, ad esempio, c’è la “finestra” dell’ora di matematica.

«Di solito in ogni classe lavorano tre insegnanti specialisti - di tedesco, inglese e religione - e i due che si alternano per le altre materie». Tra questi due, in particolare, dev’esserci una grande collaborazione. «Feeling, oserei dire», sorride l’insegnante Marta Battistel, «dal momento che intervengono sulla stessa materia»: nella settimana dell’italiano insegneranno entrambi italiano, e matematica nella successiva, e “saperi” nell’ultima. «Il lavoro dell’uno si completa in quello dell’altro: un unico programma, un confronto continuo, una convergenza totale, altrimenti l’architettura del sistema crolla».

Nelle settimane dei “saperi” «cerchiamo di sviluppare argomenti trasversali alle discipline che trattano la conoscenza del mondo e della natura, facendovi confluire anche le più significative esperienze sul territorio come le visite a parchi e musei».

In ogni aula ci sono quattro isole rettangolari. In qualcuna cinque. Al centro dell’isola, il materiale. Se i bimbi sono quattro ci saranno tre temperamatite, tre gomme, tre righelli. Tre di tutto. «Ogni bambino ha la propria penna, il resto è condiviso: c’è, ma in misura minore», ricomincia Matteo Zanella. «In questo modo insegniamo loro a collaborare e a non sprecare. Se qualcuno sprecasse ne risentirebbe tutta l’isola, così si stimolano a vicenda nelle buone pratiche».
Anche i genitori ne beneficiano. «Risparmiano, infatti. I bimbi non comprano nulla singolarmente: tutto il materiale viene acquistato dai rappresentanti dei genitori dopo la creazione di un “fondo cassa”. E comprandolo tutto assieme costa meno, ovviamente».

Le isole sono padrone dell’aula; non la cattedra. Lei scompare, quasi, perché nessun banco la guarda. Nessuno le presta attenzione. «Non ci sono, qui, lezioni frontali. Sono rarissimi i momenti in cui i banchi “guardano” la cattedra: forse solo in occasione di qualche provetta».
Disporre i banchi a isole «significa creare spazio per i bambini che sono così liberi di muoversi e cambiare isola quando l’attività lo richiede. Liberi di arrivare facilmente ai muri, agli angoli, dove magari sono nati altri spazi di lavoro. Significa soprattutto impossessarsi del pavimento, anch’esso uno spazio di lavoro fondamentale a questa età». E il pavimento è pulitissimo perché i bimbi indossano le ciabatte, e le scarpe rimangono fuori dall’aula.

Nelle isole gli alunni si aiutano (e le spiegazioni tra pari sono più efficaci). In gruppo si lavora con meno ansia. «La scuola non deve creare disagio psicologico: noi inseguiamo il benessere generale dei bambini».    

L’obiettivo, ammicca infine Matteo Zanella, «è dare un’identità accattivante a tutte le scuole dell’Istituto comprensivo Trento 7. Abbiamo cominciato ad applicare il metodo della “settimana semplice” anche alle elementari Sant’Anna di Gardolo, ma non c’è solo la “settimana semplice”: si può innovare in molti modi, trovando quello più adatto a ciascun ambiente».

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