Aggressione omofoba a Mezzolombardo Critiche alla giunta e accuse alla Lega

di Zenone Sovilla

Tante reazioni politiche dopo l’inquietante episodio di Mezzolombardo, dove l’altra sera una coppia gay che passeggiava vicino casa è stata inseguita e aggredita verbalmente da un gruppo di ragazzi. In Provincia, Lucia Coppola e Paolo Ghezzi di Futura 2018 hanno presentato immediatamente un’interrogazione in cui si afferma che «l’intolleranza è sdoganata con la complicità delle istituzioni». L’allusione è fra l’altro alle decisioni della giunta leghista, che ha ridimensionato i progetti scolastici per l’educazione di genere e la promozione delle pari opportunità, varati sei anni fa dal centrosinistra e poi bollati come «teorie gender».

Ghezzi e Coppola ricordano che sono stati cancellati i riferimenti all’omofobia, con il risultato «di privare i futuri cittadini degli strumenti culturali necessari a sviluppare gli anticorpi indispensabili contro l’omofobia». Non si trattava, insistono i due consiglieri, di corsi istituiti «per “creare confusione nei bambini” (espressione utilizzata dall’assessora Segnana) ma per contribuire alla formazione di un contesto sociale inclusivo, nel quale una persona possa vivere liberamente, senza dover subire pregiudizi o peggio (come nel caso di Mezzolombardo) a causa della sua identità sessuale».

Da qui la necessità «di intervenire subito, prendendo posizione per condannare quanto accaduto e mettendo in atto azioni concrete istituzionali di contrasto all’omofobia». Perciò i due esponenti di Futura 2018 chiedono al presidente Maurizio Fugatti di ripensarci e di rifinanziarie i corsi contro l’omofobia, «per prevenire l’ignoranza e la violenza - fisica o verbale - che sembrano contraddistinguere il clima politico e sociale attuale».

L’assessore all’istruzione, Mirko Bisesti, interpellato dall’Adige, considera «assolutamente fuori luogo» un collegamento fra le decisioni prese in Provincia sui corsi scolastici e un episodio grave come quello di Mezzolombardo. «Quanto è accaduto merita una ferma condanna e una massima solidarietà alle vittime», afferma Bisesti. Il quale non accoglie l’invito a un ripensamento sull’educazione ad hoc sulle relazioni di genere e richiama, piuttosto, il ruolo generale delle agenzie formative («famiglia, società e scuola») nell’insegnare il rispetto, «cosa che si fa regolarmente su questo e altri fronti, come l’odio in rete o il cyberbullismo: invece tirare in ballo quei corsi di genere, oggi, è solo un intento polemico».

E Stefania Segnana, assessora provinciale alla salute e alle pari opportunità, definisce il caso di Mezzolombardo un «episodio grave, che va denunciato e combattuto». Inoltre, invita a impegnarsi «a contrastare ogni tipo di discriminazione, affermando la cultura del rispetto per tutti». Un impegno, afferma, che «parte anzitutto dalle famiglie e dalla società». Ma aggiunge: «È giusto al tempo stesso l’impegno delle istituzioni contro ogni forma di discriminazione».

«Io - dice all’Adige Lucia Coppola di Futura - credo che questi episodi drammatici non accadono in modo casuale. C’è un clima che preoccupa e il governo provinciale non può minimizzare la questione omofobia. Servono messaggi forti, è fondamentale il ruolo della scuola. La condanna non basta, bisogna agire per prevenire il degrado sociale. Purtroppo la giunta Fugatti è sorda a ogni nostro tentativo di dialogo costruttivo su questa e su altre materie».

Anche il gruppo consiliare Pd interviene, condannando l’«inqualificabile atto omofobo e squadrista» e attacca: «A poco servono le mostre e gli eventi sulla violenza di genere, se poi le istituzioni dell’autonomia tacciono di fronte ad episodi che testimoniano l’avanzarsi di una cultura dell’odio anche fra le nostre comunità, che credevamo culturalmente immuni da certe vili bassezze».

La Cgil esprime una dura condanna dell’accaduto e riafferma la necessita di investire di più per diffondere una cultura del rispetto delle differenze. E critica la giunta provinciale: «Oggi appare ancora più miope e di difficile comprensione la scelta di cancellare dall’educazione alle relazioni di genere i corsi per il contrasto dell’omofobia. La giunta sottovaluta il problema, invece il bullismo omofobo esiste e non si risolve semplicemente facendo finta di non vedere. Al contrario serve una maggiore educazione e formazione su questi temi, partendo proprio dai giovani e dalle scuole. Non rendersi conto di ciò vuole dire semplicemente preferire una visione parziale della realtà, negandone la complessità e non garantendo le libertà di tutti», commenta il segretario, Franco Ianeselli.

Le vittime dell’aggressione, che vivono insieme da anni a Mezzolombardo, hanno annunciato che oggi formalizzeranno la denuncia alle forze dell’ordine.

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