Studenti Erasmus all'estero: 3 truffati sugli alloggi

di Chiara Zomer

Inizia l’università e iniziano i raggiri, che mettono nel mirino gli studenti e, naturalmente, la loro fame di alloggi. I più penalizzati, quelli che si spostano all’estero: per loro è più difficile orientarsi in una città sconosciuta, e devono farlo spesso da remoto, stando a casa. I problemi sono dietro l’angolo.

Il progetto Erasmus - quello per cui si va a studiare in una università straniera per 6 mesi o un anno - è una bella esperienza. Se si è fortunati, si torna a casa avendo imparato una lingua, dopo aver capito che l’Europa può essere davvero la dimensione in cui immaginare la propria esistenza. E poi ci si diverte.

Anche per questo chi parte è pieno d’entusiasmo. Peccato che a quanto pare si stanno moltiplicando coloro che, questo entusiasmo, lo cavalcano per fini poco leciti. Se ne sono purtroppo accorti da Adisa, l’associazione contro le truffe presieduta dall’avvocato Gloria Canestrini, che in una sola settimana ha dovuto consolare - e assistere - tre ragazzi. Storie simili: tutte truffe sull’alloggio. Raggiri per altro pesantini: due giovani hanno perso 1.500 euro, un terzo quasi duemila. Cifre importanti.

Le vicende, si diceva, si assomigliano purtroppo. Vittime inconsapevoli di quelli che sono veri e propri raggiri, due ragazze, entrambe in procinto di partire per l’Inghilterra, e un giovane che sta facendo le valigie per la Finlandia. Tutti e tre cercavano un alloggio. Tutti e tre si sono affidati ai social network. Facebook, su tutti.

Hanno trovato delle offerte, le hanno valutate. E hanno deciso di fidarsi, magari chiedendo qualche rassicurazione. Hanno preteso di essere sicuri dell’identità delle persone con cui parlavano. Ma così, via facebook, non è semplice. Dall’altra parte sono stati al gioco. In un caso hanno inviato pure una copia di un passaporto. E i giovani hanno pensato che fosse tutto a posto: l’appartamento andava bene, il prezzo pure, l’ubicazione anche. L’unica nota negativa: si chiedevano tre affitti anticipati e la cauzione. Un po’ oneroso, ma d’altronde spesso non si ripone grande fiducia negli studenti, si cerca di cautelarsi. Quindi i ragazzi hanno accettato le condizioni. E hanno pagato, con bonifico. Peccato che da quel momento in poi i proprietari di quegli appartamenti siano spariti, volatilizzati. Loro chiedevano come fare per avere le chiavi di casa, e quelli prendevano tempo - adducendo problemi con il bonifico o nascondendosi dietro a qualche altra scusa - per poi sparire. E con loro sono spariti i soldi.

L’associazione Adisa se ne sta occupando, ma è difficile a posteriori risolvere il problema. Meglio prevenire. Le regole sono poche ma rigide: non affidarsi a facebook, farsi mandare una raccomandata. Del passaporto (per altro quello inviato era falso) ci si fa poco: non c’è la residenza, non si sa dove andare a prendere questa gente. Una bella raccomandata, come ai bei vecchi tempi. Lì c’è un bollo d’avviamento postale: è qualcosa da cui iniziare.

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