Alla gara dei boscaioli risultato contestato e scintille fra fiemmesi

Non succede solo nel tennis o nel calcio: anche nelle gare dei boscaioli ci sono le contestazioni. Come successo domenica a Molina di Fiemme.

Una moltitudine di persone, valligiane e ospiti, quali non si erano mai viste negli anni scorsi, ha partecipato alla tradizionale «Festa del Boscaiolo» giunto alla 55ª edizione, quest’anno intitolata anche «Festa delle Foreste», per ricordare gli eventi disastrosi del 2018 ed i danni enormi provocati anche in val di Fiemme dalla tempesta Vaia.

Due come sempre le fasi della giornata. Dapprima, al mattino, la celebrazione della Messa, davanti al santuario della Grotta della Madonna dei Boscaioli, da parte di padre Angelico Boschetto, già parroco di Molina dal 1993 al 2006, poi per dieci anni a Roverè della Luna, prima del suo rientro in valle presso il convento dei Frati Francescani di Cavalese, dove continua a garantire un servizio alla comunità. Quest’anno festeggia i 50 anni di sacerdozio, per cui è stato salutato con commozione e riconoscenza da tutti i presenti, con il Comitato Parrocchiale che ne ha ricordato le straordinarie qualità e gli ha regalato un quadro con l’icona dell’artista Sergio Cavada.
Lo hanno ringraziato, nel loro intervento di saluto ai presenti, anche il sindaco di Castello/Molina Marco Larger e lo Scario Giacomo Boninsegna che gli ha fatto dono della classica «minèla» dell’ente storico valligiano.

Nella sua omelia, Padre Angelico, con il quale ha concelebrato anche il decano di Fiemme don Albino. ha voluto sottolineare ancora una volta il significato della festa, nel ricordo di tanti boscaioli (un centinaio) vittime di incidenti sul lavoro nel corso dei decenni, e ricordare come proprio i boscaioli di un tempo vollero costituire una società di mutuo soccorso per aiutare i colleghi eventualmente infortunati e le loro famiglie. Il rito religioso è stato splendidamente accompagnato dal coro Armonia di Molina, mentre anche Banda Sociale del paese, prima di un breve concerto, ha voluto salutare in musica il sacerdote. Purtroppo, alla fine della cerimonia, Padre Angelico ha accusato un improvviso malore che lo ha fatto crollare a terra. Subito soccorso, con l’intervento di un’infermiera che si trovava sul posto, per fortuna si è ripreso abbastanza presto ed è stato poi accompagnato presso il convento di Cavalese.

La festa è proseguita con l’apertura dei numerosi stand all’interno del parco, le dimostrazioni curate dall’Agenzia Provinciale delle Foreste Demaniali sulla sicurezza nel bosco e la splendida mostra fotografica del Gruppo Fotoamatori «Natura Click».

Nel pomeriggio, a partire dalle 14, è seguito il classico «Trofeo Husquarna», la spettacolare sfida dei boscaioli (quest’anno dodici rispetto agli otto delle passate edizioni), impegnati in tre prove di abilità (abbattimento di un tronco, taglio di un tronchetto con l’accetta e sramatura), dalle qualificazioni alle finali che hanno visto sfidarsi i due migliori. Il tutto sotto la direzione tecnica di Ilario Cavada, componente dell’Ufficio Tecnico Forestale della Magnifica Comunità di Fiemme.

Apripista di eccezione della gara è stato quest’anno il campione del mondo, lo svizzero Mark Rinaldi, in Fiemme con una ditta impegnata nel recupero del legname e che ha dato una grande dimostrazione della propria bravura. Purtroppo, nelle semifinali, c’è stata anche una polemica tra Luca Piazzi, vincitore del 2018, e Moreno Giacomelli, più volte vincitore negli anni scorsi, il primo accusato da aver spinto il tronco al momento della caduta nella prima prova, e quindi penalizzato, il secondo di non aver utilizzato le calzature antitaglio, come prevede il regolamento, con la sua conseguente squalifica.

Arrabbiatissimo, Moreno ha contestato la decisione della giuria, annunciando di non voler più partecipare alle gare nei prossimi anni.

In finale sono quindi arrivati Luca Piazzi e Klaus Gurndin, che si sono sfidati nelle tre prove, tutte vinte da Piazzi, il quale che ha così bissato il successo dell’anno scorso.

Al termine, la premiazione, con un po’di amaro in bocca per quanto era accaduto.

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