A Fai della Paganella quattro hotel sono "assediati" dal fracasso dei cantieri e fanno fatica a trattenere i turisti

di Mariano Marinolli

I cantieri al lavoro in estate, soprattutto in piena stagione, non favoriscono il turismo.

E se l’amministrazione comunale di Fai investe denaro pubblico per partecipare ai concorsi dei comuni fioriti, dovrebbe anche essere più attenta ad accogliere i turisti che amano la montagna per il relax e trascorrere qualche giorno in un’amena località di vacanza.

La critica giunge da alcuni albergatori e residenti che non ne possono più dei fastidiosi rumori di martelli pneumatici e macchine operatrici.

In effetti, quattro cantieri a fianco di quattro esercizi alberghieri non sono un bel biglietto da visita per chi ha scelto di trascorrere le vacanze a Fai.

I proprietari dell’hotel Belvedere lamentano addirittura la perdita del 50% della propria clientela. «I turisti vengono nel parco del nostro Centro benessere per godersi il silenzio della montagna; qui, invece, devono sopportare per diverse ore al giorno il fracasso delle ruspe e dei demolitori». Per Maurizio Giuliani, consigliere comunale con delega speciale per il turismo, le lamentele degli albergatori sono condivisibili: «Non è facile risolvere questo problema, però i rumori molesti danno fastidio ai turisti non solo a Ferragosto, ma anche in bassa stagione e durante l’inverno».

Il cantiere sopra l’hotel Belvedere è stato aperto a metà giugno e la richiesta dei proprietari della struttura alberghiera di sospendere i lavori almeno per il periodo di Ferragosto è rimasta inascoltata. «Pazienza se costruissero opere pubbliche - lamenta un abitante nelle vicinanze del cantiere - ma, invece, sono tutte residenze private».

Il proprietario dell’hotel El Paso si chiede perché, senza andar lontani, a Molveno e a Andalo, in estate, non si vede nemmeno l’ombra di un cantiere. Pure in altri comuni, ad agosto, i lavori vengono sospesi. E anche all’hotel Negritella si pongono la stessa domanda: non si può prescrivere nella licenza edilizia un termine di sospensione? «Non è vero che in altri comuni si sospendono i lavori - osserva il sindaco Gabriele Tonidandel - ma ogni amministrazione emette delle ordinanze con la quali ridurre gli orari delle attività rumorose. Da noi, la riduzione prescritta sull’orario è, nel periodo dal 24 giugno all’1 settembre, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19. Pertanto le ore del riposo pomeridiano sono garantite. Nessun comune può orinare la sospensione dei lavori e, a chi si lamenta, lo abbiamo spiegato in mille modi. Sono solidale con gli albergatori, però non si possono contrastare i diritti e le necessità di privati cittadini che stanno costruendo le loro case».

Però, in quasi tutti i comuni a vocazione turistica, i sindaci firmano delle ordinanze molto più restrittive, nelle quali sono vietati, per l’intero arco stagionale, i rumori molesti. E, allegata all’ordinanza, si trova una tabella nella quale è specificata la tipologia di macchine operatrici e attrezzature per le quali vige il divieto.

Il sindaco Tonidandel rassicura che la sua ordinanza è sempre stata rispettata poiché, nei frequenti controlli della polizia locale, non è stata ravvisata alcuna violazione. Però, un ospite di una struttura alberghiera, mentre noi stavamo scattando alcune fotografie, si è avvicinato lamentandosi per l’inquinamento acustico e ha giurato che a Fai non ci metterà più piede.

All’hotel Belvedere hanno consultato pure l’Appa (l’agenzia provinciale per la protezione ambientale) che ha suggerito ai proprietari di cercare una forma a titolo di indennizzo con i privati: insomma, secondo la funzionaria interpellata dalla famiglia Endrizzi, proprietaria dell’hotel, basterebbe offrire una somma fra i 20.000 o 30.000 euro per far sospendere i lavori. Scontata la risposta dell’albergatore: «Io ci ho rimesso già una barca di soldi con i turisti che sono scappati dal mio hotel. E dovrei pure pagare chi mi procura il danno?»

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