Scuola, Bisesti prepara la rivoluzione

di Nicola Marchesoni

Ritorno al passato. Agli esami di riparazione. Con tanto di promozione o bocciatura per chi dimostra di non aver colmato le lacune in una o più materie.

Possibilmente già dall’anno scolastico 2020/21. L’assessore provinciale all’Istruzione Mirko Bisesti ci sta lavorando, prendendo anche spunto da quanto emerso nel dibattito in corso sull’Adige: «Serve una formula che responsabilizzi di più gli studenti rispetto a quanto non avvenga ora - spiega -. Il sistema dei debiti formativi in vigore ha una cosa che non mi convince, la mancanza di una “prova” vincolante da superare per passare alla classe successiva».

Ritirerà fuori dal cassetto gli esami di riparazione?

Ripeto, non è stata ancora presa per il momento nessuna decisione. Ma sono orientato a proseguire in quella direzione. Uno studente non dovrebbe andare avanti trascinandosi dietro nel tempo, come avviene adesso, anche due o tre materie nelle quali non ha mai raggiunto il voto minimo.

Per alcuni, al Liceo Classico Prati si boccia troppo, altri difendono la severità dei suoi insegnanti. Sul nostro giornale è in corso un bel dibattito a tal proposito. Lei con chi sta?

Per quanto mi riguarda non esiste un problema Prati. Finora non ho mai ricevuto lamentele sui suoi professori e ribadisco che nei confronti di questi ho la massima stima. Chi decide di frequentarlo, deve sapere in partenza che il grado di difficoltà è alto. Guardando al numero dei nuovi iscritti non si notano flessioni.

Altri progetti in mente per le scuole superiori trentine del futuro?

Ne ho tanti. Il mio primo obiettivo è quello di migliorare il collegamento tra i licei e gli altri istituti secondari con il mondo dell’università e con quello delle aziende.

Perché non c’è ora?

Esiste, ma va potenziato. In tal senso stiamo lavorando bene con il Tambosi. Trovo poi interessante il nuovo corso quinquennale che sta per partire presso l’Istituto tecnico tecnologico Buonarroti-Pozzo, dal quale usciranno esperti in cyber security e di sistemi autonomi. Figure cioè che sono sempre più richieste dalle imprese trentine e non.

Capitolo professionali. Spesso sono ancora viste come delle soluzioni di ripiego.

Erroneamente. Le professionali della nostra provincia non hanno niente da invidiare a quelle del resto d’Italia. Ma anche qui è necessario alzare l’asticella verso l’alto. Stare al passo di un mercato del lavoro che sta diventando sempre più esigente quando si tratta di assumere una persona.

A chi spinge per arrivare ad avere un liceo alberghiero che replica?

Non escludo che in futuro si possa istituire un liceo di questo tipo. Ad oggi il percorso scolastico superiore nel settore della ristorazione e in quello alberghiero da noi proposto, si guardi per esempio alla realtà di Levico, ci soddisfa. Ma essendo il Trentino un’area che fa del turismo la sua risorsa numero uno, è inevitabile che qualche riflessione vada fatta. Dobbiamo essere davanti a tutti, sempre.

L’ultimo rapporto Invalsi promuove a pieni voi gli studenti trentini.

È l’ennesima conferma della bontà del nostro sistema scolastico. Dobbiamo esserne orgogliosi. Comunque non bisogna mai fermarsi un attimo, farlo significherebbe smettere di crescere. E non vogliamo che succeda.

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