Asili nido e materne riaprono ai non vaccinati Segnana: «Immunità raggiunta, niente rischi»

di Nicola Marchesoni

Una deroga. Per consentire ai bimbi non vaccinati di tornare a frequentare asili nido e scuole materne. Tanti: solo in Trentino nel 2018 sono stati oltre 300. L’assessore provinciale Stefania Segnana l’ha chiesta al ministro alla Salute.

«Aspettiamo una risposta in tempi brevi» dichiara l’esponente dell’esecutivo guidato da Maurizio Fugatti. Nega però che ci sia un abbassamento della guardia di fronte al dovere di prevenire il diffondersi di pericolose malattie: «Vaccinarsi è importante e le campagne informative proseguiranno. Chiediamo solo l’applicazione di una possibilità prevista della stessa legge che porta il nome di Beatrice Lorenzin».

Chiesta la deroga: non ci sono più rischi

La decisione di Stefania Segnana è stata presa dopo che, dai dati elaborati dall’anagrafe vaccinale della provincia di Trento, è emerso che nel 2018 la copertura era del 94,8%, appena sotto il tetto del 95% che fa scattare l’immunità di gregge. Percentuale che, secondo la Provincia, verrà superata nel 2019.

«A livello locale siamo un po’ indietro - spiega l’assessore provinciale alla Salute - solo con l’anti-morbillo (93%). Anche qui parliamo di una percentuale destinata a crescere. La richiesta di attenuare gli obblighi della legge Lorenzin dovrebbe riguardare l’anno scolastico 2019-2020 e tutta la popolazione scolastica da 0 a 6 anni».

Grazie all’attivazione dell’anagrafe vaccinale non c’è più l’obbligo di presentazione dei certificati a scuola e cade di conseguenza la scadenza del 10 luglio per la consegna dei documenti per le iscrizioni scolastiche, prevista dalla normativa vigente (Legge Lorenzin). Le situazioni irregolari di genitori che non hanno sottoposto i figli alle vaccinazioni obbligatorie per la frequenza scolastica sono già state comunicate dalle Aziende sanitarie alle istituzioni scolastiche che provvederanno a richiedere i documenti eventualmente mancanti ai genitori.

I genitori avranno a loro volta dieci giorni di tempo per portarli a scuola. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha istituito l’anagrafe nazionale con decreto ministeriale del 18 settembre scorso. Tutte le Regioni hanno avviato da aprile la trasmissione dei dati, tranne la Provincia di Trento e quella di Bolzano che saranno presto a regime. A tal proposito Stefania Segnana fa una precisazione: «Ci sono stati dei problemi tecnici nella trasmissione del flusso dei dati. Problemi che sono stati risolti. Stiamo mandando tutto a Roma».

In attesa che il Parlamento decida sul varo del cosiddetto “obbligo vaccinale flessibile” (la vaccinazione resterebbe obbligatoria solo «in caso di emergenze sanitarie o di compromissione dell’immunità di gruppo», ndr), resta in vigore la legge Lorenzin: prevede l’obbligo della vaccinazione per le iscrizioni all’asilo nido e alla scuola materna e, con modalità diverse, riguarda anche le scuole elementari, scuole medie e i primi due anni delle superiori, fino ai 16 anni. Di conseguenza i bambini da zero a sei anni non in regola con le vaccinazioni non possono accedere agli asili nido e alle scuole dell’infanzia.

Bambini e ragazzi nella fascia d’età da 6 a 16 anni potranno entrare a scuola. In entrambi i casi, se i genitori rifiuteranno ripetutamente di far vaccinare i figli dopo colloqui e solleciti da parte delle Asl, incorreranno nelle sanzioni pecuniarie previste dalla legge.
Ma nel caso si arrivi all’immunità di gregge, come per l’appunto in Trentino, arriva la deroga.

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