La morte di Dematté al vaglio della Procura

di Flavia Pedrini

La morte di Michele Demattè, l’operaio stroncato da un colpo di calore all’interno dell’Unifarm, è al vaglio della Procura di Trento, che tuttavia allo stato non ha aperto alcun fascicolo.


Il pubblico ministero di turno è in attesa di conoscere gli esiti dell’autopsia sanitaria che sarà eseguita oggi sul corpo del 57enne e di leggere la relazione degli ispettori dell’Uopsal, l’Unità operativa di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, che ieri sono rimasti presso lo stabile di Ravina fino a tardi per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto e valutare il rispetto di tutte le norme di prevenzione e sicurezza. Alla luce di quanto emergerà da questo doppio fronte la procura deciderà quindi se sussistano o meno ipotesi di reato per le quali procedere o elementi da approfondire.

Michele Dematté lavorava all’Unifarm da una decina d’anni ed era uno degli addetti della divisione Home Care, che si occupa della fornitura a strutture assistenziali e sanitarie di attrezzature e ausili alla mobilità come sedie a rotelle, girelli ed altri sostegni. Materiale che deve essere spesso sottoposto ad operazioni di sanificazione, per garantirne le indispensabili caratteristiche di sicurezza e salubrità. La divisione Home Care è ospitata da uno stabile a fianco della sede dell’azienda, in via Provina ed è proprio nel palazzo, nei pressi dell’area del magazzino destinato alle operazioni di sanificazione, che Demattè è stato trovato privo di sensi da un collega. Aveva terminato il turno ed è tornato indietro dopo avere visto la macchina del 57enne ancora parcheggiata fuori.

Tutto è avvenuto venerdì sera, verso le 20: l’operaio è stato trovato accasciato su una sedia. Era incosciente e subito sono stati allertati i soccorsi. All’arrivo dei sanitari le condizioni dell’uomo erano già gravissime e la sua temperatura corporea superava i 42 gradi. I vertici dell’Unifarm, per parte loro, hanno spiegato che gli ambienti di lavoro sono tutti climatizzati e, addolorati per l’accaduto, hanno detto di essere i primi a volere capire cosa abbia determinato la tragedia. L’operaio era stato accolto nel reparto di rianimazione del Santa Chiara, dove però la situazione è precipitata nel giro di poche ore: sabato pomeriggio l’uomo è morto.


Il quadro emerso sembra lasciare pochi dubbi sul fatto che sia stato vittima di ipertermia (ma la certezza arriverà solo dall’autopsia), ovvero di un innalzamento della temperatura corporea. Una condizione che può essere innescata dalla permanenza in un ambiente molto caldo e con umidità elevata. Gli effetti, se non si interviene in tempo, possono essere purtroppo devastanti perché, come ha spiegato il direttore del Dipartimento di anestesia e rianimazione dell’ospedale Santa Chiara, Daniele Penzo, determinano una “staratura” del centro ipotalamico della regolazione, con una conseguente compromissione di molti organi.

Il funerale dell’uomo, che lascia il fratello Stefano, noto e apprezzato dentista del capoluogo, oltre alla cognata Cristina e agli amati nipoti Riccardo e Marianna, sarà mercoledì alle 15 al cimitero di Trento.

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