Targhe estere, dopo le proteste dietrofront per non vessare gli stagionali e gli emigranti

I lavoratori stranieri stagionali residenti nei rispettivi Paesi d'origine o gli italiani domiciliati oltre confine per lavoro erano passibili di sanzioni pesanti, fino alla confisca del veicolo, se trovati alla guida di auto con targa estera. Ora arriva una correzione di questa contestata norma che è compresa nel decreto sicurezza o decreto Salvini. Dal 4 dicembre 2018, infatti, le persone che risiedono in Italia da più di sessanta giorni non sono più autorizzate a guidare un veicolo con targa straniera. 

«Grazie alle nostre costanti sollecitazioni, questa mattina il ministero dell’Interno ha modificato la circolare sulle targhe estere, sottolineando come la residenza normale non può ritenersi equiparata alla residenza anagrafica.

Pertanto il titolare di residenza normale in Italia può guidare un veicolo immatricolato all’estero senza incorrere in sanzioni di alcun tipo».

Lo annunciano in una nota i senatori della SVP Julia Unterberger, Dieter Steger e Meinhard Durnwalder. 

«In questo modo - sottolineano i senatori della SVP - si risolve finalmente il problema dei cittadini anagraficamente residenti in un altro Stato membro dell’Unione Europa che si trovano in Italia per svolgere attività lavorative stagionali.

La questione era sorta con la circolare che accostava impropriamente la residenza normale a quella anagrafica circa il divieto di guidare un’auto con targa straniera nel territorio nazionale.

La settimana scorsa ne avevamo discusso in aula nel Question Time col ministro Salvini e più volte, assieme al collega Plangger, ci siamo recati al ministero per chiedere di correggere una circolare che stava creando grandi disagi nei territori di confine e tra quelle attività economiche che più si avvalgono della manodopera di cittadini provenienti da altri paesi europei.

Siamo contenti che si sia giunti a una soluzione del problema, ma ne restano ancora diversi che riguardano i familiari con residenza italiana che non possono guidare l’auto con targa estera di un parente, i parcheggiatori degli alberghi che non possono portare in garage l’auto di ospiti stranieri e il personale della Croce Bianca, che non può spostare l’auto di un cittadino straniero coinvolto in un incidente. Quello di oggi quindi è solo un primo passo», si legge in una nota dei senatori Svp.

La questione del decreto sicurezza, peraltro, riguarda anche gli italiani domiciliati all'estero per lavoro ma residenti ancora nella zona di origine e che rientrano di tanto in tanto (per ferie o lavoro) rischiando di essere sanzionati addirittura con la confisca del veicolo, da qui la pressante richiesta di una modifica del provvedimento, probabilmente pensato e scritto troppo in fretta l'anno scorso.

In Alto Adige il problema investe migliaia di lavoratori stranieri occupati nel turismo o nell’agricoltura, ma anche molti autoctoni che lavorano in Austria o in Germania ma risiedono in Sudtirolo.

Contro la norma si è impegnato anche l’europarlamentare Herbert Dorfmann, appena riconfermato, che aveva pure incontrato il commissario europeo Pierre Moscovici. Questi ha annunciato verifiche anche da parte Ue sulla legittimità della norma italiana e in caso di incompatibilità con il diritto comunitario, l'avvio di una procedura d’infrazione. In febbraio Dorfmann aveva presentato un'interrogazione alla commissione per appurare se la nuova legge costituisca un limite alla libertà di stabilimento in Europa. Sulla base del diritto di stabilimento e della libera circolazione delle persone, molte persone - specialmente quelle provenienti dalle regioni di confine - lavorano o studiano in un altro Stato membro dell'Ue e là acquistano anche un veicolo.

Qualche mese fa a sollevare la questione erano stati alcuni anche parlamentari della provincia di Belluno, dove esiste una tradizione secolare di emigrazione verso Germania e Austria in particolare (ma non solo) nel settore delle gelaterie artigianali (una delle eccellenze del territorio).

«In provincia di Belluno», scriveva qualche mese fa in una lettera al ministro dell'interno il deputato Pd Roger De Menech, «molti residenti sono impegnati in attività lavorative nella vicina Germania e comunque in molti paesi dell’Unione europea e anche extra UE. Questi lavoratori spesso hanno autovetture immatricolate nei paesi in cui esercitano l’attività lavorativa. Una criticità rilevante per un territorio di frontiera come Belluno e mai affrontata dalla normativa introdotta mediante decretazione d’urgenza».

Al governo De Menech chiedeva «un intervento immediato per porre rimedio all’evidente vulnus giuridico presente nella nuova disciplina sulla circolazione dei veicoli con targa straniera sul territorio nazionale e di tenere nella dovuta considerazione la specificità della provincia di Belluno e dei cittadini residenti onde evitare disagi e complicazioni burocratiche».

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