Dalla cassa del condominio spariscono 19mila euro

Il sospetto che i conti non tornassero sarebbe diventato certezza quando, tra i beneficiari dei bonifici, è spuntato pure il nome del titolare di una casa da gioco di slot machine. Insomma, non proprio il classico fornitore di un condominio.

È finito in tribunale il caso di un presunto amministratore infedele - Mauro Rizzi, 47 anni, di Trento - accusato di essersi intascato 19.212 euro, prelevando il denaro dal conto corrente di un condominio della città. L’uomo ha deciso di chiudere il suo conto con la giustizia patteggiando una pena di 4 mesi e 400 euro di multa (senza sospensione condizionale della pena).

I fatti al centro del procedimento penale risalgono al periodo tra il 1° ottobre 2015 e il 30 settembre 2016 (giorno di scadenza dell’esercizio). Ad accorgersi dei presunti ammanchi è stato il nuovo amministratore di condominio, subentrato nell’incarico nel marzo 2017. Come da prassi, il professionista ha preso visione della documentazione e dei conti del condominio. Un’esame dal quale sarebbero emerse una serie di uscite economiche prive di riscontro documentale o, comunque, di spiegazioni delle somme prelevate dal conto corrente.

In particolare, come evidenziato dal nuovo amministratore, che poi ha sporto querela affidandosi all’avvocato Lorenzo Eccher, risultavano uscite “sospette” per oltre 19mila euro. A balzare all’occhio del professionista anche pagamenti per circa 700 euro ad un soggetto che nulla avrebbe avuto a che fare con il condominio e che, anzi, risultava titolare di una sala da gioco. Pagamenti effettuati nel maggio 2016, che dunque sarebbero risultati privi di qualsiasi giustificazione, come hanno confermato anche gli inquilini convocati in occasione dell’assemblea annuale.

Secondo quanto denunciato da uno dei residenti, inoltre, dall’esame della documentazione, risulterebbero una serie di fatture non pagate dal precedente amministratore (sempre nel periodo tra il 1°ottobre 2016 e il  30 settembre 2017), per un totale di oltre 76mila euro. Circostanza riportata nell’esposto presentato da uno degli inquilini, che però non è stata addebitata all’imputato, chiamato a rispondere solo di appropriazione indebita in relazione ai 19.212 euro. Dopo la denuncia la procura ha disposto gli accertamenti necessario, all’esito dei quali il 47enne è stato citato in giudizio.
Il processo in Tribunale a Trento, come detto, si è concluso con un patteggiamento: la difesa ha trovato un accordo con la procura su una pena di 4 mesi e 400 euro di multa. Una richiesta che è stata accolta dal Tribunale.

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