Stop ai corsi di genere, un caso internazionale Critiche alla giunta provinciale dalle università di Berkely e di Chicago

di Nicola Marchesoni

Stop ai corsi di genere, la giunta provinciale finisce sotto tiro. A livello internazionale. Un grave danno d’immagine per il Trentino di cui Maurizio Fugatti avrebbe fatto volentieri a meno. Tra chi esprime la propria indignazione e si schiera con il mondo accademico locale ci sono anche la prestigiosa Università di Berkeley (California, Stati Uniti) e quelle di Chicago (Illinois, sempre Stati Uniti) e Birmingham (Inghilterra).

Negli scorsi giorni i ricercatori, i docenti, il personale tecnico, i dottorandi e gli assegnisti dell’Università di Trento hanno sottoscritto un appello - che ha già raccolto 410 firme - per ribadire «l’impegno professionale ed etico a promuovere una cultura basata sul rispetto del pluralismo e sulla tolleranza». Una mobilitazione nata dopo la decisione dell’esecutivo a trazione leghista di sospendere i corsi per l’educazione alla relazione di genere.

Una scelta che gli assessori Stefania Segnana e Mirko Bisesti hanno spiegato con la necessità di fare chiarezza sul contenuto dei percorsi, che non devono fare riferimento alla presunta teoria gender. L’iniziativa dell’ateneo trentino, anche grazie ai social, ha fatto il giro del mondo. In molti hanno contattato gli ideatori della sottoscrizione per sapere cosa dovevano fare per dare la propria adesione. È così stato deciso di aprirne una seconda, riservata a chi non fa parte dell’Università di Trento. Anche questa ha fatto boom: in pochi giorni ha ottenuto 466 firme.

Sono oltre 120 i docenti di altri poli universitari che appoggiano l’appello al pluralismo. Condividono anche la necessità di «reagire di fronte all’immotivata cancellazione, da parte del governo della Provincia autonoma di Trento, di buone pratiche educative mirate a diffondere la cultura del rispetto e delle pari opportunità, e di fronte al rifiuto autoritario di confrontarsi sul piano del dibattito pubblico democratico».     

Il riferimento è ovviamente a quanto successo in occasione dell’incontro sull’educazione di genere organizzato dagli assessori Bisesti e Segnana e conclusosi con l’intervento delle forze dell’ordine a causa delle tensioni originatesi.

Il prossimo 3 maggio si svolgerà intanto presso la Sala della Cooperazione di via Segantini «Educare a riconoscere e valorizzare la differenza di genere», iniziativa promossa dall’università di Trento e dagli istituti scolastici del capoluogo. «Non si tratterà - spiega Paola Pasqualin, dirigente dell’Istituto comprensivo Trento 6 - di un convegno contro la Provincia. Sarà al contrario un momento formativo pensato per approfondire i temi del riconoscimento e della valorizzazione delle differenze di genere, per prevenire comportamenti di conflitto e di prevaricazione, e per superare stereotipi e pregiudizi favorendo pari opportunità in contesti scolastici, lavorativi e sociali».

Paola Pasqualin aggiunge: «È un evento programmato da tempo e tra i relatori ci saranno, tra gli altri, la docente universitaria Barbara Poggio e il medico Alberto Pellai. Interverrà anche Stefano Kirchner, dirigente scolastico capofila degli Istituti superiori di Trento».

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