In Trentino un acquedotto su 2 deve essere sistemato

di Angelo Conte

Il 50% circa degli acquedotti trentini (ma ciò non corrisponde alla metà della popolazione, visto che si tratta di acquedotti minori) ha bisogno di essere rattoppato con investimenti milionari che partiranno a breve. L’obiettivo, alla fine dei cantieri sulle tubature dei Comuni interessati, è di arrivare a far risparmiare tra i 5 e i 10 milioni di metri cubi d’acqua, ovvero tra il 10 e il 20% dei consumi di acqua per uso civile. Per coprire gli investimenti necessari a ridurre lo spreco di acqua, un obiettivo sempre più importante visti i problemi causati dall’imprevedibilità del clima, saranno ovviamente gli utenti interessati a veder lievitare le tariffe.

A chiarire gli obiettivi dell’azione da attivare sugli acquedotti comunali sono stati, nella giornata mondiale dell’acqua, l’assessore provinciale all’ambiente Mario Tonina e i tecnici dell’Aprie, l’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia.

«Credo che ci sia ancora del lavoro da fare è vero, credo che anche questa sia una delle priorità. So per esperienza che quando si metteva mano alle fognature nei Comuni e se non si era messo mano alla rete idrica si doveva fare perché era un colabrodo». Gli investimenti saranno coperti da aumenti equivalenti delle tariffe, ma questa dell’efficientamento degli acquedotti è «una strada obbligata anche per senso di responsabilità» conclude Tonina.

La base per riuscire a ridurre le perdite di acqua (che vanno fino al 50-60% nei casi più gravi, anche se il dato va preso con le pinze) è lo studio effettuato dall’Aprie in questi anni e che ha permesso di valutare finora gli acquedotti attivi in Trentino. La Provincia ha infatti avviato un processo di acquisizione di dati sul tema delle perdite degli acquedotti, con il supporto dei Comuni e degli enti gestori delle reti, per mettere in campo azioni concrete mirate alla gestione delle perdite stesse, che possono trasformarsi in un recupero di risorsa idrica preziosa a favore dei cittadini.

Oggi il consumo di metri cubi di acqua annui da parte di tutta la popolazione trentina per gli usi civili è pari a 50 milioni. Con gli investimenti previsti, e in parte richiesti dagli stessi Comuni, si intende arrivare a un risparmio di una cifra tra i 5 e i 10 milioni di metri cubi annui. L’obiettivo è di riuscire a fornire acqua anche quando ce ne è poca, ad esempio come nelle condizioni di piogge assenti per mesi come la scorsa estate, ad esempio. Per la diagnosi mirata degli acquedotti (900 in totale) sono serviti 5 anni, nei prossimi mesi dovrebbero essere avviati gli investimenti. Ma ovviamente per ogni euro investito sarà necessario versare un euro equivalente da parte degli utenti interessati.

Certo, visto che gli investimenti si ripagano in più anni, il peso sulla bolletta dovrebbe essere graduale e spalmato nel tempo. Un aiuto potrebbe arrivare se si trovassero delle risorse da assegnare a più Comuni interessati a mettersi insieme per gestire l’acquedotto. «Il tema è all’attenzione - spiega Mattia Gottardi, assessore provinciale agli enti locali - ne parleremo in vista dell’assestamento di bilancio».

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