Più di 400 al corteo femminista un otto marzo di lotta e di protesta

In corteo per le vie del centro storico, per ricordare come non basti stare dalla parte delle donne un giorno all’anno, ma sia necessario - per favorire una società più sana, equa e dinamica - eliminare violenze e soprusi e impegnarsi, nel mondo del lavoro, a superare gerarchie di genere, disparità di di retribuzione e di trattamento tra genitori durante la maternità e dopo la nascita dei figli.

Sono stati tanti i temi toccati nel tardo pomeriggio di ieri durante la marcia promossa da «Non una di meno» e sostenuta da numerose associazioni e realtà del tessuto sociale trentino . Poco meno di quattrocento le persone che hanno aderito all’iniziativa: tante donne, ma non solo, che hanno sfilato lungo via Verdi, via Rosmini, piazza della Portela, via Roma, via Manci, piazza Cesare Battisti, via Diaz, via Oss Mazzurana, piazza Pasi, via Garibladi e piazza Duomo.

In cammino anche per concludere la giornata di sciopero indetta proprio da «Non una di meno» in tutta Italia e ricordare come in Italia una donna su tre tra i 16 e i 70 anni sia stata vittima della violenza di un uomo, quasi 7 milioni di donne abbiano subito violenza fisica e sessuale ed ogni anno vengano uccise circa 200 donne dal marito, dal fidanzato o da un ex. E ancora, come un milione e 400mila donne abbiano subito violenza sessuale prima dei 16 anni di età, un milione di donne abbia subito stupri o tentati stupri e 420mila donne abbiano subito molestie e ricatti sessuali sul posto di lavoro.
Numeri impietosi e gravissimi, che purtroppo crescono quotidianamente: ieri in piazza si è ricordato come celebrare l’8 marzo sia utile solo se negli altri 364 giorni dell’anno ci sia da parte di tutti la volontà di fermare questa inaccettabile conta.

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