Animalisti: «Giunta ostile, dà voce ai cacciatori»

di Valentina Leone

Per ribattere alla cancellazione del consueto evento di presentazione della relazione annuale sui grandi carnivori hanno organizzato una serata informativa sul lupo al Muse. E poi c'è il comitato faunistico, «che certo ormai era monopolizzato da esponenti del mondo venatorio, ma abolirlo non è comunque una scelta giusta». Sono tanti i punti che hanno suscitato la protesta delle associazioni animaliste e ambientaliste, da Legambiente alla Lav, che ieri hanno presentato nella sede del Wwf di via Bronzetti un documento dove elencano uno ad uno i temi sui quali, secondo loro, la giunta provinciale si sta muovendo nella direzione errata. 

«Sapevamo che questa non sarebbe stata certamente una giunta "amica", particolarmente sensibile alle nostre battaglie. Ma che procedessero in questo modo così ostile, con una serie di decisioni e atti uno peggio dell'altro, davvero non ce l'aspettavamo», afferma Mauro Nones. 

Ecco quindi i nodi principali: intanto l'annullamento della presentazione del «Rapporto grandi carnivori», che solitamente si svolge ogni anno al Muse. «Quest'anno, per la prima volta, l'appuntamento è stato cancellato: siamo preoccupati perché - dicono i rappresentanti delle associazioni - era un'occasione per avere dati reali, tenere la cittadinanza informata e confrontarsi». Da qui l'evento promosso proprio dagli attivisti, che si terrà al Muse il 13 marzo, dal significativo titolo «Al lupo, al lupo», dove interverranno diversi esperti proprio per discutere del rapporto e delle possibilità di convivenza tra lupo e uomo. 

Altro tema caldo: il tavolo «Grandi predatori», che - denunciano gli attivisti - non ha più visto incontri, «pur essendo un partecipato momento di condivisione delle visioni e di confronto». E poi c'è il fronte del progetto europeo di coesistenza con i grandi carnivori, un servizio coordinato dall'Istituto di ecologia applicata e già finanziato e che, dicono gli ambientalisti, si vocifera sarà interrotto. «Un peccato, perché forniva strumenti per superare o comunque ridurre notevolmente i conflitti tra le parti, diminuendo sensibilmente le problematiche che rendono la questione conflittuale e pericolosa per la tutela della fauna e della biodiversità». Altro tasto dolente è quello dell'incontro relativo alla presenza di cinghiali in provincia, «dove non siamo mai stati coinvolti - dicono - mentre sono stati ascoltati i cacciatori». 

Non manca, naturalmente, la ferita aperta per eccellenza, ossia la cancellazione del comitato faunistico: «Ci hanno accusati di averlo disertato più volte - aggiunge Osvaldo Negra - ma in effetti già solo per la composizione, troppo sbilanciata verso il mondo venatorio, le nostre istanze puntualmente venivano bocciate in toto. Sicuramente era un tavolo con moltissimi difetti, in primis quello della composizione, ma cancellarlo del tutto è un errore perché era rimasto comunque l'unico strumento di concertazione. Purtroppo il panorama dell'associazionismo ambientalista e animalista viene messo da parte, tenendo in considerazione solo le istanze dei cacciatori».

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