Musica e birra in piazzetta contro l'ordinanza anti-degrado

di Valentina Leone

Contro le ordinanze anti-degrado loro ci mettono il «(De)core»: questo il nome, piuttosto evocativo, dell'evento lanciato dal collettivo universitario Refresh, che venerdì sera ha dato appuntamento nella piazza del liceo coreutico Bonporti per tirare fino a tardi con musica e birre a prezzi sociali.
La risposta c'è stata, e così erano oltre un centinaio i giovani, in particolare studenti universitari, che hanno approfittato dell'occasione per passare la serata nello slargo antistante l'osteria La Scaletta, che a tutt'oggi è costretta da un'ordinanza comunale a chiudere i battenti alle 22.30 anche nei weekend.
I ragazzi del collettivo si sono presentati intorno alle 22, orario dove comunque nei weekend si registra parecchio movimento in zona. «Poco dopo, immagino su chiamata dei residenti, è arrivata la polizia locale per un controllo, ma alla fine non ci hanno fatto problemi e siamo andati avanti fino alle 2, pulendo poi ovviamente tutto», racconta Yousef Moukrim, studente della facoltà di Giurisprudenza e membro del collettivo.
L'idea è quella di lanciare altri appuntamenti sempre lì, anche perché l'iniziativa di venerdì voleva soprattutto essere un richiamo e una protesta contro la strada intrapresa dal Comune riguardo la «movida» del centro storico. «Da un lato il nostro intento è quello di far capire che non si può risolvere la questione degrado con un'ordinanza nei confronti di un unico locale, mentre altri esercizi della zona peraltro restano aperti a oltranza. Dall'altra per noi il degrado non esiste, semplicemente c'è una parte di giovani che abita questa città che vive e ha altri orari e altre esigenze rispetto ad altri cittadini. Dal nostro punto di vista - aggiunge Moukrim - si vogliono semplicemente adottare provvedimenti punitivi nei confronti degli studenti, visti sempre e solo come portatori di disagi e mai come persone che per vivere qui spendono, pagano affitti, portano soldi alle attività della zona».
Il collettivo preferisce quindi lasciare la strada del dialogo istituzionale ad altre realtà del mondo universitario, «mentre per noi ritrovarci in quella piazza, diventata dopo Santa Maria Maggiore il nuovo punto di ritrovo alla fine di una giornata di studio, è un modo per riappropriarci del luogo stesso e dimostrare che c'è bisogno di socialità. A partire anche dalla Scaletta, che per tanti di noi è un punto di riferimento e che è stato stigmatizzato da residenti e amministrazione. Curiosamente poi - aggiunge Moukrim - nonostante l'ordinanza ancora si sentono lamentele da parte di residenti e politici locali della Lega su presunti episodi di degrado: questo dimostra che far chiudere un locale alle 22.30 è solo un pretesto, ma non risolve né aggiunge nulla. Dispiace solo constatare che l'amministrazione continua a inseguire i leghisti sul loro stesso terreno per cercare magari di strappare qualche consenso in più, unendosi alla retorica del degrado e dando addosso agli studenti universitari».

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