Scoppia il dissenso sulla linea Mattarei Lettere di consiglieri, proteste tra le coop

Richiesta a Marina Mattarei di fare chiarezza, perché in discussione, nella intervista rilasciata a l'Adige il 31 gennaio scorso, sono i valori di fondo della cooperazione e di ruolo politico della Federazione trentina, in particolare la sua autonomia dal nuovo governo provinciale di centrodestra. Scoppia il dissenso tra le cooperative e in consiglio di amministrazione, a partire da quelle sociali e di lavoro ma non solo, proprio nel momento in cui si discute del documento programmatico della «legislatura» Mattarei. Numerosi consiglieri e esponenti coop chiedono un confronto ad hoc in cda sui temi trattati nell'intervista e in particolare sui nodi dei migranti e del Progettone. 

Il tema dei migranti è quello che più ha animato il confronto, pubblico ma soprattutto dietro le quinte, in questi giorni. Interpellata sui tagli decisi dalla giunta Fugatti alle risorse destinate all'integrazione, all'apprendimento linguistico, all'inserimento lavorativo, la presidente di Federcoop ha risposto: «Il tema dell'accoglienza è complesso: niente approcci ideologici. Nessun approccio manicheo, i buoni che fanno accoglienza da una parte, i cattivi che buttano la gente in mare dall'altra». È questa dichiarazione, seguita dal «vogliamo capire come il sistema trentino si pone in una logica di accoglienza e inclusione non solo per i migranti, ma anche per i bisogni della gente trentina», che ha più che sconcertato molti cooperatori. 

Per esplicitare il loro dissenso, perplessità e disagio hanno preso carta e penna, con due lettere distinte inviate alla presidenza e agli altri consiglieri di amministrazione, Marina Castaldo , che è stata vicepresidente vicaria nell'interregno tra Giorgio Fracalossi e Mauro Fezzi , e tre membri che in cda rappresentano le cooperative sociali. Alla presidente Mattarei viene rimproverato di essersene stata zitta, mentre la giunta Fugatti prima annunciava e poi procedeva allo smantellamento del sistema di accoglienza dei migranti, nella sostanza di non avere difeso il modello cooperativo. Non solo perché in ballo ci sono i posti di lavoro nelle imprese cooperative impegnate nell'accoglienza, ma anche perché i valori di fondo del movimento vengono messi in discussione. 

La stessa distinzione tra bisogni dei migranti e dei trentini è ritenuta incomprensibile per la cooperazione, che dovrebbe mettere al centro le persone, indipendentemente da dove vengono. Sul piano politico, Mattarei è contestata, in particolare dai tre rappresentanti del sociale, per avere esposto il movimento, assai diversificato al suo interno, in una posizione in sintonia con quelle della giunta Fugatti. E di averlo fatto senza un previo confronto interno.
Dubbi ha suscitato, inoltre, l'accenno alla richiesta formalizzata da Cassa Centrale Banca di acquisire l'attuale sede di Federcoop. Una contestazione, questa, di metodo: sia Castaldo, sia gli altri consiglieri avrebbero preferito sapere della manifestazione di interesse in cda anziché dal giornale. 

Ieri l'altro Mattarei ha convocato gli autori delle missive, nel tentativo di arrivare ad un chiarimento. Il cda è convocato lunedì prossimo per discutere il documento programmatico che delinea le strategie di sviluppo della Cooperazione trentina per i prossimi anni. La richiesta che viene dalle coop è che la questione migranti, unitamente al ridimensionamento del Progettone annunciato da Fugatti, sia messo al primo punto dell'ordine del giorno. Iera sera, Mattarei ha riunito il comitato di presidenza per valutare il da farsi.

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