Autobrennero bloccata: la società si difende

Quarantotto ore di sforzi e per tornare alla normalità, con il lavoro sul campo di 200 uomini impegnati a risolvere i disagi «causati dal mancato rispetto delle regole durante una nevicata d’intensità straordinaria, il traffico lungo tutta l’arteria è stato progressivamente riportato alla normalità».

Così risponde la società Autobrennero al termine di due giorni terribili dalla viabilità, messa in ginocchio da eventi atmosferici e dal blocco causato principalmente dai Tir rimasti intrappolati nella neve.

«La Società si scusa con tutta l’utenza per i gravi disagi che questa ha dovuto sopportare, in particolare, nella notte tra venerdì e sabato, ma ribadisce di aver fatto tutto quando in proprio potere per evitare i blocchi che si sono poi, purtroppo, verificati», scrive l’A22.

I due giorni da incubo sull’A22



Che così ricostruisce quanto accaduto nel fine settimana. Partendo dalla «straordinarietà della nevicata e soprattutto la sua intensità. Come correttamente riportato anche dagli organi di stampa, in 24 ore è caduta una quantità di neve che, di norma, cade in due mesi, con accumuli repentini che hanno sfiorato il metro».

Non solo: alle 10.10 di sabato 2 febbraio, all’altezza del chilometro 5, si è staccata una valanga che ha invaso entrambe le carreggiate, prive di traffico solo grazie alle limitazioni precedentemente decise. «Questo ha costretto a chiudere completamente l’autostrada nei due sensi di marcia rallentando enormemente gli interventi di recupero dei mezzi in panne. Solo la rapida pulizia delle carreggiate e il tempestivo sopralluogo in elicottero, condotto nonostante la nebbia, hanno permesso l’assunzione di una grave responsabilità, quella di riaprire la circolazione già alle 13.05 di sabato, per poter ricominciare nel più breve tempo possibile a rimuovere le code».

Per la società, i blocchi alla circolazione «sono da attribuirsi a coloro che, ignorando scientemente l’ordinanza della Direzione tecnica generale che imponeva il divieto di transito ai veicoli sprovvisti di dotazione invernale, si sono ugualmente avventurati verso il passo del Brennero, a 1.400 metri di quota durante l’intensa nevicata, trasgredendo con grande frequenza anche il divieto di sorpasso imposto ai mezzi pesanti». A questo si è sommato «il comportamento irresponsabile di numerosissimi motociclisti che, pur di raggiungere un motoraduno in Baviera, hanno proseguito il viaggio sotto la nevicata divenendo protagonisti di numerose cadute con immediate ripercussioni sulla viabilità».

Quanto al fatto che l’A22 avrebbe dovuto controllare il rispetto dell’ordinanza e fermare i veicoli giudicati inidonei, questo non è possibile, spiega la società: «La normativa non consente a un concessionario autostradale di verificare la dotazione dei veicoli dei propri utenti e di interdire il transito a quelli giudicati inidonei. Facendolo, la Società commetterebbe un reato. Si ribadisce, inoltre, che la concomitanza tra il fenomeno meteorologico straordinario, l’inadeguatezza delle dotazioni di molti mezzi e il divieto di transito imposto dalle 22 di venerdì dalle Autorità austriache, che già nelle giornate normali determina inevitabili rallentamenti, ha determinato una vera e propria “tempesta perfetta”. Prova ne è il fatto che si è potuti tornare alla normalità solo dopo che le Autorità austriache, nella giornata di sabato, hanno rimosso il divieto di transito per consentire di sbloccare una situazione diventata a quel punto insostenibile».

Autostrada del Brennero, proprio per impedire analoghi problemi sul versante austriaco, non ha mai fermato la circolazione verso sud. Nella sola giornata di venerdì, nonostante quanto successo, ben 10.000 mezzi pesanti sono riusciti a transitare, nei due sensi di marcia, attraverso il valico del Brennero.

La nota si chiude con un ringraziamento per «il grande lavoro di tutte le forze dell’ordine e dei volontari, della Polizia Stradale, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Croce Bianca, della Croce Rossa, della Protezione civile e dei Vigili del Fuoco».

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