Trento: richiedenti asilo, è caos accoglienza Croce Rossa rifiuta gestione Residenza Fersina

di Franco Gottardi

«Allo stato attuale con le tempistiche e le procedure indicate si conferma che la Croce Rossa non è disponibile al subentro dei servizi attualmente gestiti dalla cooperativa Kaleidoscopio». Con queste poche righe il presidente del Comitato provinciale della Croce Rossa, Alessandro Brunialti, ha comunicato alla Provincia la propria rinuncia ad occuparsi della Residenza Fersina e dei circa 200 richiedenti asilo che sono attualmente ospitati nell'immobile di via Desert. Una notizia che arriva come una bomba ad appena una settimana dalla data fissata per la chiusura del contratto con la Kaleidoscopio e che apre una fase di incertezza sui destini della Fersina, dei dodici educatori che vi lavorano e della stessa politica di tagli alle risorse destinate all'accoglienza inaugurata dalla giunta Fugatti. 

La revoca dell'affidamento a Kaleidoscopio del servizio di assistenza e sostegno ai richiedenti asilo fa parte del più generale piano provinciale di ridimensionamento e risparmi sui costi per l'accoglienza. Il termine dell'incarico era stato inizialmente fissato per il 31 dicembre scorso ma poi era stata decisa la proroga di un mese per avere il tempo di un passaggio di consegne più ordinato. Fugatti aveva deciso di affidare il compito alla Croce Rossa, che in quanto ente umanitario in base alle convenzioni internazionali può essere coinvolta con un affidamento diretto, senza necessità di gara. Ma forse il governatore non si aspettava di poter ricevere un rifiuto. 

«Una situazione paradossale, di cui faranno le spese i lavoratori» denunciano i sindacati. Il segretario generale della Funzione pubblica Cgil, Luigi Diaspro, commentando con preoccupazione ciò che sta succedendo attribuisce questa situazione alla eccessiva fretta della giunta provinciale, che «per dimostrare zelo ed efficienza in questa partita dello smantellamento del sistema di accoglienza trentino» ha finito per incartarsi. 

E dire che la Provincia, rimangiandosi quanto stabilito con una delibera dello scorso 21 dicembre, aveva dato alla Croce Rossa carta bianca sulla scelta delle clausole sociali da applicare per il personale, potendo scegliere se assumere a pacchetto tutti i dipendenti della Kaleidoscopio o avviare una concertazione preventiva con i sindacati per individuare chi tenere. «Peccato - commenta Diaspro - che per questa seconda opzione non ci sono i tempi tecnici previsti dalla norma e, dunque, la situazione è bloccata». Il sindacalista della Cgil ieri era a Bari per il congresso nazionale ma ha continuato a seguire la situazione in linea diretta con Trento: «È inaccettabile - attacca - questo modo di gestire il processo di smantellamento dei servizi di accoglienza. Capisco che la considerazione degli immigrati e dei lavoratori del settore sia pari a zero da parte di questa giunta ma questo non esime dall'occuparsene. Se Fugatti si precipita per una crisi aziendale non dovrebbe essere indifferente al destino di questi professionisti».

Già ieri mattina ha inviato al governatore la richiesta di un incontro urgente per affrontare questa situazione di emergenza e se le risposte non saranno soddisfacenti annuncia l'intenzione di dar vita a una forte mobilitazione: «Siamo in una situazione di caos, - ribadisce - e non è chiaro in questo momento cosa intende fare la Provincia. L'unica certezza è che il 1° febbraio non si sa cosa accadrà e che i lavoratori resteranno inoccupati. Ci auguriamo che la solerzia e la fretta che Piazza Dante sta dimostrando nello smantellamento del sistema accoglienza sia confermata anche per l'attivazione del tavolo di tutela dell'occupazione. Se no questi lavoratori saranno solo i primi dei 140 che rischiano di restare a casa». 

Fortemente preoccupata anche la Fisascat Cisl che con Lamberto Avanzo si dice disponibile sin da subito ad un incontro urgente di approfondimento nel quale porre le basi per la prosecuzione del servizio in proroga con l'attuale gestore. Una soluzione prospettata ieri anche a Michele Odorizzi, presidente della Kaleidoscopio, convocato nel pomeriggio in Provincia proprio per valutare questa possibilità.


 

Fioccano già le reazioni: «La speranza che la situazione della Residenza Fersina di Trento, dei migranti che ci vivono e degli operatori che se ne stanno prendendo cura si possa sbloccare deve nutrirsi velocemente di azioni politiche, e umanitarie, ragionevoli e sensate, che ristabiliscano una situazione accettabile e dignitosa per i migranti e per i lavoratori» afferma in una nota la consigliera provinciale di Futura 2018 Lucia Coppola, secondo la quale «sul tema dei migranti, qui come a livello nazionale, disastro si accumula a disastro».

Nell’esprimere «solidarietà e vicinanza ai migranti della residenza Fersina e ai lavoratori delle cooperative colpiti da questo ennesimo attacco», Coppola ritiene che «questa miopia politica e l’incapacità di gestire i fenomeni migratori con lungimiranza, oltre le parole d’ordine dell’odio e della paura, le mistificazioni e le bugie a cui assistiamo costantemente metteranno a dura prova la coesione sociale del nostro paese, nell’intento ormai chiaro di costruire una società divisa, chiusa, triste e senza futuro. Il luogo del rifiuto, della barbarie, del tutti contri tutti. Dell’ignoranza e della disumanità. Mi chiedo se è questo che vogliono i trentini. Se è questo il mondo in cui vogliamo vivere».

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