Rissa tra tifosi di hockey In cinque sotto accusa

Le strade giudiziarie dei quattro tifosi dell’Hockey Pergine Sapiens, finiti a processo per una rissa scoppiata con i supporter dell’Hc Feltre ghiaccio, si separano. Ieri in Tribunale a Belluno i difensori dei cinque imputati (oltre ai quattro perginesi a giudizio è finito anche un feltrino) hanno affrontato l’udienza filtro, con la scelta del rito, davanti al giudice Antonella Coniglio.

G. S. difeso dall’avvocato Zeno Perinelli, ed E. O. E,  difeso dall’avvocato Nicola Degaudenz, hanno chiesto la messa alla prova. Seguiranno un programma  di lavori socialmente utili - la difesa ipotizza presso la Casa di riposo di Pergine - al cui termine il reato sarà dichiarato estinto. Invece F. P. e F. L, difesi dall’avvocato Claudio Tasin, hanno preferito affrontare il processo puntando all’assoluzione (magari con l’aiuto della prescrizione) perché estranei ai fatti contestati. Stessa scelta è stata fatta anche dall’imputato feltrino. Per i tre il processo inizierà il 16 di aprile a Belluno.

Al centro del procedimento giudiziario c’è la rissa scoppiata al palaghiaccio di Feltre il 28 novembre 2015. Il parapiglia tra le opposte tifoserie - perginesi da un lato, feltrini dall’altro - deflagrò  tra i tempi della partita Feltre-Pergine, hockey di serie B (vinta dagli ospiti per 3 a 2).

Secondo l’accusa, letta ieri in aula, i cinque tifosi avrebbero partecipato alla rissa che vide protagonisti i due gruppi di tifosi colpendosi reciprocamente con calci e pugni. Ci furono anche due feriti:  il feltrino A. B. (ora imputato) riportò contusioni multiple e un’abrasione corneale all’occhio destro giudicata guaribile in 3 giorni; mentre il perginese G. S. se la cavò con una contusione alla fronte con prognosi di 5 giorni.
Dopo qualche mese di indagini scattò per i cinque  il divieto di partecipare alle manifestazioni sportive, ovvero il Daspo (nel frattempo scaduto).

Anche per il feltrino, che sostiene di non aver fatto parte di alcuna tifoseria, scattò il provvedimento del Questore. E nel suo caso si arrivò a un vero paradosso. Il Daspo prevede non solo il divieto di andare alla partita ma anche ai luoghi ove si svolgono partire di hockey. Tra le vie vietate, dove non poteva andare durante le partite, c’era anche quella dove il giovane  abita, a Feltre. Insomma il feltrino non sarebbe potuto restare a casa, durante le partite al vicino palaghiaccio. Una situazione assurda che venne sanato dopo il ricorso del suo avvocato Ferdinando Coppa.

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