Lavoro, in undici mesi 7.000 infortuni Nei campi +11%, nei cantieri +4%. Sette mortali. Malattie +6%

di Francesco Terreri

Nei primi undici mesi del 2018 in Trentino sono stati denunciati 7.632 infortuni sul lavoro. Rispetto allo stesso periodo del 2017 i numeri appaiono in calo del 7,6%. Se però si esclude dal conto la fascia di età fino a 14 anni dove sono registrati gli infortuni scolastici, i 6.943 incidenti avvenuti effettivamente sul lavoro sono appena il 2% in meno del periodo gennaio-novembre dell'anno prima. Tenuto conto che il 2017 era stato un anno record per gli infortuni, siamo di fronte ad un sostanziale mantenimento di livelli elevati di pericolosità dell'attività lavorativa. 

I morti sul lavoro sono sette, come nel 2017. L'anno scorso sono cresciuti gli incidenti durante il viaggio per andare al lavoro, +8%, quelli nei campi, +11%, e nei cantieri, +4%. Sale il numero di feriti tra gli stranieri. E aumentano a quota 366 le malattie professionali, con un incremento del 6,4% sull'anno precedente. 

Secondo l'Inail, che ieri ha reso noto i dati aggiornati a novembre, a livello nazionale nei primi undici mesi del 2018 si contano 592 mila infortuni denunciati (compresi quelli della fascia fino a 14 anni), in aumento dello 0,5%. I morti sono 1.046, cioè 94 in più rispetto ai 952 del 2017, con un incremento di quasi il 10%. L'Istituto per l'assicurazione contro gli infortuni osserva che sull'aumento dei decessi pesa il crollo del ponte di Genova.
L'analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce nel Nord Ovest (+0,8%), nel Nord Est (+1,7%) e al Sud (+0,5%) e un calo al Centro (-1,1%) e nelle Isole (-1,8%). In testa tra le regioni per incremento c'è la Provincia di Bolzano, dove gli infortuni complessivi aumentano del 5,3%. 

In Trentino gli infortuni (compresi quelli scolastici) hanno coinvolto 4.967 uomini e 2.665 donne. Considerando le fasce di età, ci sono appunto 698 casi sotto i 14 anni, cioè, in linea di massima, a scuola e nelle attività collegate, in forte calo rispetto ai 1.170 bambini e ragazzini infortunati nel 2017. In diminuzione anche la fascia successiva, 15-19 anni, che passa da 548 a 502 mentre aumentano da 533 a 589 i feriti tra 20 e 24 anni e da 587 a 647 i lavoratori e le lavoratrici infortunate tra 25 e 29 anni. In leggera crescita da 623 a 628 anche la fascia 30-34 anni, mentre nelle fasce d'età superiori i numeri sono in calo, tranne fra 60 e 64 anni dove si passa da 359 a 377 infortuni. L'età con più incidenti è comunque quella tra 50 e 54 anni: 946 casi.
Poco più di 6.000 lavoratori infortunati sono italiani, in diminuzione. I lavoratori dell'Unione Europea feriti sono 400, dato stabile, mentre gli extracomunitari salgono del 3,7% a 1.172. Gli incidenti in occasione di lavoro sono 6.897, in calo. Quelli in itinere invece crescono dell'8,2% da 679 a 735. Di essi, 508 sono con mezzo di trasporto e 227 senza. 

Per quanto riguarda i settori di attività economica, il complesso dell'industria e servizi vede un calo del 3,7% a 5.763 incidenti denunciati, mentre l'agricoltura sale dell'11% da 733 a 814 casi. In calo gli infortuni nel comparto pubblico, compresi quelli nelle scuole. Nell'ambito di industria e servizi, si registra in prima battuta un incremento consistente sia nel settore industriale, sia nell'artigianato, sia nel terziario. I dati però sono influenzati dalla più accurata attribuzione degli infortuni al settore specifico. È drastico infatti il calo delle denunce in cui il settore non è determinato. Tra i comparti, quello delle costruzioni conta 433 incidenti, in aumento del 4%, il turismo (servizi di alloggio e ristorazione) 493 casi (+9%), il commercio 306 infortuni (+10%). Migliora di poco, da 281 a 279 denunce, il comparto trasporto e magazzinaggio. I sette infortuni mortali comprendono due decessi in agricoltura, due nei trasporti e uno ciascuno nel commercio, nei servizi e in altre attività. Quest'anno tra i morti sul lavoro ce ne sono due sotto i 35 anni (nessuno nel 2017), mentre gli altri cinque hanno più di 45 anni. Per quanto riguarda le malattie professionali, hanno colpito 301 maschi e 65 donne. 192 casi sono nell'industria e terziario, in calo, e 174 nell'agricoltura, in aumento. Il caso più frequente, con 255 denunce, riguarda le malattie del sistema osteomuscolare.

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