Parla Caterina Moser: «Mattarella mi ha colpito, parlando di Antonio Megalizzi»

di Nicola Marchesoni

«Ho sentito il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica. Il pensiero su Antonio, non posso negarlo, mi ha colpito».

Dalle parole di Caterina Moser (nella foto con Antonio Megalizzi, ndr), 24enne di Vigo Meano, una laurea triennale in Scienze della comunicazione a Verona in tasca e ora iscritta al corso magistrale in Comunicazione e culture dei media a Torino, trapela tanta emozione. Lo scorso 11 dicembre era ai mercatini di Strasburgo insieme al reporter trentino di 29 anni nel momento in cui un terrorista islamico ha aperto il fuoco e lo ha ferito gravemente. Megalizzi è morto dopo essere stato in coma per tre giorni. La tragedia ha scosso gli animi di tutti gli italiani, in particolar modo quelli delle persone che conoscevano questo giornalista con la passione per l’Ue e le radio.

«Mattarella – ci dice Caterina - ha parlato di comunità, di sogni, di Europa, di solitudine, di sicurezza, di rispetto. Lo ha fatto in modo chiaro, esplicito, senza utilizzare le solite frasi fatte. Ha fatto un discorso tosto, coraggioso e profondo». E aggiunge: «Vorrei utilizzare le sue parole per augurare a tutti il meglio. Augurando a voi e a me, di poter fare di più: vivere più intensamente e profondamente, rispettarci, ascoltarci, integrarci e migliorarci. E dobbiamo essere tosti e coraggiosi per portare avanti ciò in cui crediamo, non dobbiamo aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società».

Nella sua mente, c’è da scommetterci, nel momento in cui il Capo dello Stato ha dedicato la sua attenzione al «Mega» sono passati numerosi pensieri e immagini. Succede, in realtà, da quel maledetto martedì pomeriggio francese. «Come va? Sto cercando di ripartire. Bisogna rialzarsi» fa sapere al telefono. Non è facile: ad aiutarla ci sono i familiari e gli amici.

Come ogni mese Antonio, Caterina e Clara Rita, veneziana, avevano raggiunto la città francese. I due trentini erano arrivati lunedì 10 dicembre con il Flixbus, per seguire la seduta plenaria del Parlamento. L’ultima prevista nel 2018. Con loro c’era il franco-polacco Bartek. Mentre si trovavano sotto al ponte del Corbeau, Chekatt Cheriff ha iniziato a sparare. Le due giovani donne sono riuscite a scappare. Per i colleghi non c’è stato scampo.
Caterina è contenta che in parecchi si stiano muovendo per tenere viva la memoria dell’amico, studente della Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento, che aveva esordito ai microfoni delle radio locali, anche per la sua grande passione per la musica: programmi a Radio Gamma di Rovereto (poi diventata Radio 80 Forever Young), a Rtt La Radio, la rubrica «Tesi di Laurea» per la sede Rai di Trento e infine la collaborazione con Europhonia, il network europeo delle radio universitarie.

Ha saputo, le chiediamo, che l’Università di Trento, Sanbaradio e alcuni enti stanno pensando a delle iniziative da dedicare a Megalizzi. «Se lo merita - risponde -. Sono grata a chi porta avanti il suo impegno per un’Europa unita. Antonio apprezzerebbe».

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