Rsa, salgono i costi a carico della Provincia Ma la giunta tiene bloccate le tariffe 2019

di Domenico Sartori

Divieto di aumentare le tariffe alberghiere delle Rsa-case di riposo nel 2019. Lo ha stabilito la Giunta provinciale in una seduta straordinaria, convocata in zona Cesarini per dare le direttive ai consigli di amministrazione delle 42 Apsp (Aziende pubbliche per il servizi alla persona) che entro il 31 dicembre saranno convocati per approvare le nuove tariffe.

Sono due le compenenti della «retta». C’è la tariffa sanitaria per posto letto a carico del bilancio provinciale, che aumenterà nel 2019 di 3,99 euro al giorno. Ed è proprio in ragione di questo aumento che la Giunta Fugatti, con la delibera firmata dall’assessora alla Salute Stefania Segnana, ha ieri vietato in via generalizzata l’aumento della seconda componente, la retta alberghiera, che corrisponde alla quota di compartecipazione a carico dell’utente. La Giunta ha stabilito che tale retta alberghiera potrà solo diminuire nel caso delle rette superiori alla media ponderata di sistema 2018, calcolata in via ufficiale dalla Provincia in 47,65 euro a posto letto.

LA TARIFFA SANITARIA

Complessivamente, nel 2019, ci sono più risorse per il sistema delle Rsa. In totale, la spesa a carico del bilancio provinciale sarà di 139.676.177,10 euro, con un incremento di oltre 6 milioni rispetto al 2018 (133.510.607,44 euro). Il grosso della spesa è rappresentato dalle convenzioni con le Rsa (133,72 milioni). Per la fornitura di beni e servizi sono previsti 4,39 milioni. Poi, vi sono 100 mila euro per il finanziamento del servizio integrativo di fisioterapia per gli esterni, 600 mila per il Namir (assistenza specialistica per determinate patologie), 80 mila per potenziare il servizio di sollievo, 12 mila per i centri di ascolto Alzheimer.

Nella sostanza, la tariffa sanitaria aumenterà dal 2018 al 2019 in base alle diverse tipologie di Rsa. Ad esempio, fino a 40 posti letto accreditati passerà da 83,58 a 87,57 euro, da 61 posti letto in su da 72,43 a 76,42 euro, per la tipologia di Rsa a sede ospedaliera da 104,86 a 108,85 euro. L’aumento di 6,18 milioni di euro della tariffa sanitaria è dovuta alla decisione, assunta dalla precedente Giunta provinciale il 5 ottobre scorso, quando con la delibera di Luca Zeni è stato modificato il parametro relativo all’assistenza generica alla persona nelle Rsa pubbliche e private. Una scelta finalizzata a migliorare qualititativamente l’assistenza, che porterà nel 2019 ad avere un operatore socio-sanitario ogni 2,1 posti letto anziché ogni 2,3, com’è ora. Un nuovo parametro che comporterà un aumento complessivo di circa 170 operatori (rapportati al tempo pieno) sui quasi 4 mila in organico nelle Rsa, vuoi attraverso la stabilizzazione di rapporti in essere a tempo determinato, vuoi attraverso nuove assunzioni.

RETTA ALBERGHIERA

In ragione di questo aumento, la scelta della Giunta provinciale è stata quella di bloccare ogni aumento della retta alberghiera a carico della famiglie. Nel 2018, la media è stata di 46,31 euro, con un incremento di 22 centesimi rispetto al 2017. Diciotto Rsa avevano optato per un aumento, 22 avevano confermato la tariffa, due l’avevano invece ridotta. La meno cara, nel 2018, è stata la Rsa «Rosa dei venti» di Condino con 41,50 euro. Le rette più alte sono quelle della Civica di Trento (51,45 euro) e della «Margherita» di Povo (50,50 euro).

La Giunta, ieri, ha approvato anche l’aumento di tre posti letto base nei territorio che hanno il rapporto più basso tra posti letto convenzionati e popolazione anziana over 75: un posto letto ciascuna per le Apsp di Vigo di Fassa, Predaia e Cavedine. È stato poi eliminato l’accantonamento per finanziare posti letto d’urgenza dopo che l’Azienda sanitaria ha segnalato che le situazioni di emergenza sono coperte in tempi adeguati con i posti letto convenzionati e che l’attuale servizio è sottoutilizzato.

Entro marzo 2019, la Giunta, d’intesa con l’Azienda sanitaria, i Servizi sociali delle Comunità di valle e l’Upipa (che associa le Apsp), si è inoltre impegnata a definire una proposta di revisione del servizio residenziale di sollievo in Rsa, considerati i bisogni emergenti delle famiglie. È a questo scopo che sono stati accantonati i citati 80 mila euro.

comments powered by Disqus