Alzheimer, 8.000 i casi ma poche le strutture

di Nicola Maschio

La giornata di venerdi sarà senza dubbio la più importante per l'associazione Alzheimer Trento, che festeggerà infatti i vent'anni di attività. Alle 17, presso la Fondazione Caritro, avrà luogo la celebrazione del ventennio, con ospiti importanti quali i ricercatori del Cibio di Trento. Saranno proprio questi ultimi a riportare i risultati delle ricerche svolte sulla malattia, rese possibili grazie al lascito di 100mila euro da parte di un membro dal cuore d'oro dell'associazione, con l'imposizione ad Alzheimer Trento di investire questa somma proprio nella ricerca di una cura.

La storia dell'associazione comincia nel 1998, con lo scopo di creare momenti di incontro e sensibilizzazione su una malattia tanto importante quanto, almeno per il momento e nonostante le grandi ricerche, incurabile. Da questo intento è nato l'alAlzheimer Caffè, momento in compagnia al quale gli associati e la cittadinanza in generale possono prendere parte. L'obiettivo è per l'appunto quello di trascorrere del tempo insieme, concludendo l'incontro proprio con un caffè. Prima però, il focus viene fatto sulla malattia. La demenza degenerativa che, a poco a poco, porta la persona a perdere i propri ricordi, la propria memoria.

Circa 8.000 i casi registrati in Trentino, anche se i numeri sono frutto di calcoli che lasciano notevole spazio all'incertezza. Il dato più concreto (e preoccupante) è tuttavia quello in riferimento alle strutture o spazi adibiti alla ricezione delle persone che soffrono di Alzheimer. I servizi attualmente presenti sul territorio, sottolinea infatti il presidente dell'associazione Alzheimer Trento Renzo Dori, permettono di soddisfare i bisogni di circa un ottantina di malati. È chiaro dunque come questo numero rappresenti un grave problema, in particolar modo per le famiglie dei malati che devono prendersi cura della persona. «Il nostro Caffè è rivolto proprio ai famigliari delle persone affette da Alzheimer, ma siamo aperti a chiunque ne abbia sentito parlare o abbia voglia di ascoltarci - ha evidenziato Dori - Gli argomenti? Sono i più diversi. Ovviamente vogliamo creare sensibilità verso coloro i quali vengono a sentirci, per questo parliamo della malattia ma anche della più ampia tematica dell'invecchiamento. Su quest'ultimo aspetto facciamo si che le persone capiscano quali sono gli stili di vita corretti, in modo da contrastare il formarsi della demenza».

I circa 200 associati partecipano con vivo interesse, tant'è che le serate dell'Alzheimer Caffè sono ormai una o due al mese. Un appuntamento fisso dunque, un momento che pare giovare alle famiglie che purtroppo devono affrontare giorno dopo giorno la demenza degenerativa all'interno delle mura domestiche. «Abbiamo anche personale specializzato che, attraverso colloqui di persona o telefonici, condivide un percorso con chi si è preso in carico un paziente - ha concluso il presidente Dori. - La malattia è purtroppo ancora poco conosciuta, cosi come la sua evoluzione: mancanze che spesso portano a stress e difficoltà nella sua gestione».

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