Incidenti in agricoltura: sempre troppi

Nel corso degli ultimi anni il numero degli infortuni nel settore agricolo è cresciuto in modo considerevole, in particolare tra gli hobbisti e i pensionati, arrivando a superare, da solo, quello registrato tra tutte le altre categorie professionali. A lanciare l’allarme, nel corso della due giorni di studio in tema di «Salute e sicurezza in agricoltura» aperta nella giornata di ieri alla Fondazione Edmund Mach (Fem) di San Michele all’Adige, è stato il medico Dario Uber , dirigente del servizio di Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari.


Intervenuto in apertura del convegno, lo specialista ha parlato del settore agricolo trentino come di una realtà ancora critica, dove gli adempimenti previsti per la tutela fisica degli addetti sono applicati principalmente nelle aziende strutturate, mentre non vengono presi in debita considerazione da chi coltiva in proprio. Ma non solo: a detta del dirigente, i dati in possesso della stessa Azienda sanitaria a livello provinciale non sarebbero affidabili, in ragione della mancata segnalazione di infortuni minori occorsi a persone scarsamente qualificate, spesso presenti nei campi per aiutare un famigliare oppure dopo il raggiungimento dell’età pensionabile.
«I dati in questo settore - ha precisato Uber - non possono essere esatti, data la grande presenza di persone che non denunciano l’episodio. A farsi male, ad ogni modo, sono soprattutto i cosiddetti hobbisti, ovvero quelli che coltivano il proprio appezzamento, servendosi di macchinari inadatti oppure superati da diverso tempo, attuando procedure sbagliate o a causa di una distrazione».


Ad aumentare la pericolosità del lavoro nei campi, poi, è l’orografia del territorio trentino e la presenza di numerosi appezzamenti in terreni in forte pendenza. Ciò comporta un aumento del rischio di ribaltamento delle macchine agricole, causa principale del decesso di 51 persone nel periodo compreso tra il 2010 e il 2017.
«I più colpiti dagli infortuni - ha aggiunto Uber - sono le persone con più di 65 anni di età, mentre gli ambiti lavorativi in cui si rilevano maggiori criticità sono la conduzione dei trattori, in molti casi privi di roll-bar e cinture di sicurezza da usarsi assieme, e il taglio degli alberi. Serve maggiore formazione da parte di tutti i lavoratori e una sorveglianza sanitaria maggiore, oggi impossibile per mancanza di tempi e personale».


Anche le malattie professionali risultano in crescita nel comparto agricolo, in particolare tra i coltivatori diretti. In questo caso, a quanto riferito da Uber, l’indice è riferibile al progressivo aumento dell’età dei lavoratori, mentre le cause sono da attribuire alle condizioni di lavoro, considerate particolarmente usuranti.

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