Gardolo e Trento Nord, la mappa dell'inciviltà

di Giacomo Poletti

A Gardolo inciviltà e maleducazione pare abbiano ripreso piede. Social e segnalazioni arrivate in redazione tracciano un quadro abbastanza pesante di abbandoni di rifiuti.

Casi e storie diverse da luogo a luogo, ma a Gardolo è ormai quasi possibile stilare una mappa delle immondizie a terra. Zone talvolta note da anni all’amministrazione perché - si badi bene - gli scarichi abusivi sono sempre stati un neo di Trento Nord, fin dai tempi, ed erano gli anni ‘80 e ‘90 - delle lavatrici gettate nella stretta valle fra Gardolo di Mezzo e Meano, o delle discariche più o meno autorizzate sui sedimi dell’attuale Interporto; oggi che la sensibilità è alta, tuttavia, nemmeno lo spirito di volontariato dei quartieri riesce a contenere gli «zozzoni», a quanto pare attivi sul territorio soprattutto di notte. Al primo posto della classifica negativa c’è via Aeroporto fra il cimitero e la piazza. I cittadini riportano una ridda di casi: in primis nella Roggia, confinata fra due pareti di cemento.



Oltre alle tartarughine d’acqua «dalle orecchie gialle» (anch’esse abbandonate, peraltro) che lo popolano, nell’alveo ieri si vedeva di tutto: materassi, borse e bottiglie di plastica. Poco lontano, nel piazzale lungo via Crosare, ci sono carovane di nomadi fisse ormai da tre anni. «Non esistono servizi igienici: dove scaricano quelle persone?» chiede sarcasticamente un abitante stufo di odori e aiuole insozzate. Una situazione di degrado unica in città. La rimozione di erbe infestanti per l’adunata degli alpini dello scorso maggio pare sia stato l’ultimo intervento. «Ci sono bombole lasciate in gran numero sotto il sole» assicura chi abita a un tiro di schioppo dall’accampamento «e poi i rifiuti sui marciapiedi frutto dell’attività di prostituzione notturna. Le persone nemmeno protestano più, ormai sono rassegnate qui» spiega una donna storica residente in una laterale di via Aeroporto.

Spostandosi verso Canova non calano le criticità. Qui sono tre i punti caldi. Il primo è in via Noce, una stradina privata fra i condomini: degli incivili approfittano del luogo per liberarsi di ogni tipo di immondizia. In questo caso le rimozioni da parte di Dolomiti Ambiente non possono essere garantite, ma il Comune starebbe valutando l’acquisizione del tratto per risolvere il caso, vista anche la proliferazione di topi e parassiti.

Al parco di Canova, intanto, è bastato mancasse l’addetto della Coop La Sfera e subito sono saltati all’occhio i residui lasciati su tavoli e panche da personaggi senz’altro poco urbani: un caos immortalato anche in questo caso da una residente. Sacchi a terra anche in via Giarette , lungo la ciclabile poco a nord del Bren Center  con la ciliegina sulla torta del «caso» stupefacente di un divano da due posti lasciato nelle aiuole in via IV Novembre. Aumentare i cestini non sarebbe però una soluzione verso simili atti. Lo conferma il Comune sulla piattaforma Sensor Civico: «i cestini rischiano di rendere gli abbandoni strutturali, aumentando il problema». Una sperimentazione in tal senso è in corso con successo a Mattarello e potrebbe venire estesa al resto della città nel 2019, Gardolo compresa.

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