Una perla del turismo rasa al suolo Dolomiti Camping Village nel fango

«Trentacinque anni di lavoro demoliti in un soffio». Livio Valentini è appena arrivato nella piazza antistante al municipio di Dimaro Folgarida quando inizia a raccontare la notte dell'orrore. Sulla fronte, sotto il cappello, ha un cerotto che gli copre la ferita che si è procurato la notte precedente prima di sfuggire al fiume di fango che ha spazzato via la sua attività ricettiva e di riuscire così a mettersi in salvo. Ha la faccia stanca. La tensione della notte lo ha stremato.

«Ero in ufficio da solo e stavo lavorando tranquillo - spiega -. Sapevo che il rio era protetto dalle briglie». Invece, quel corso d'acqua, il rio Rotian, a un certo punto è esondato portando a valle migliaia di metri cubi di detriti che hanno spazzato via il suo campeggio di via Gole. Un campeggio, il Dolomiti Camping Village, che negli anni è cresciuto riuscendo a diventare una struttura di qualità, riconosciuta a livello europeo per i servizi offerti.

La sua attività, ogni estate, dà lavoro almeno a 65 persone, che diventano 25 nei mesi invernali. In questo periodo la struttura era chiusa per la pausa autunnale prima della riapertura per la stagione invernale. La pizzeria e il ristorante adiacente invece avrebbero aperto per le festività legate ai Santi. «Ero al computer e mi stavo informando proprio sulla perturbazione - aggiunge -. Poi ho sentito un rumore fortissimo, come se stessero passando una decina di carri armati. E poi mi sono ritrovato il fango all'altezza del petto.

Ho capito dopo che quello era il rumore dei bungalow che cadevano sotto l'alluvione. Sono scappato». Il materiale ha abbracciato anche l'edificio dove si trova il centro benessere, oltre che la palazzina del centro rafting, che sorge sotto la via, raggiungendo la strada statale 42 e bloccando il traffico. Nel suo viaggio, la melma si è portata via tutto, anche le roulotte fisse parcheggiate nell'area di sosta. I danni sono ingenti. Si parla di qualche milione di euro. «Ora devo riprendere coraggio - conclude - Voglio ripartire e spero che le istituzioni ci aiutino. I danni sono talmente immani che da soli non possiamo farcela. Se ci aiutano, forse per l'estate possiamo riaprire».

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