Il sesso a pagamento a Trento costa caro

di Flavia Pedrini

Il sesso a pagamento costa caro. E non solo per il prezzo di una prestazione. Dal 27 marzo, infatti, i clienti delle «lucciole» cittadine, rischiano un bel salasso: chi si intrattiene con le prostitute o contratta prestazioni sessuali in strada viene infatti punito con una multa da 178 euro.

Ma a quanto pare, i bollenti spiriti dei trentini, non si raffreddano nemmeno quando tocca mettere mano al portafoglio: nel corso dei controlli estivi condotti dagli agenti della polizia locale di Trento, infatti, sono state elevate 17 sanzioni. Praticamente una ogni tre giorni, se si considerano le verifiche fatte dal 30 giugno ad oggi.  
La norma che prevede le sanzioni per i clienti è entrata in vigore il 27 marzo scorsi ed è stata voluta dal consiglio comunale di Trento. Una misura analoga a quella promossa in altre grandi città - come Verona o Firenze - approvata all’unanimità dall’aula, su proposta del consigliere della Civica Trentina, Andrea Merler, con l’obiettivo di contenere eventuali situazioni di degrado (l’effetto più scontato è che le ragazze, di fronte al calo di clienti, cambino zone o si spostino in appartamento).  

L’articolo 86 quinquies del Regolamento di polizia urbana è chiaro: «In tutto il territorio comunale .- si legge - è vietato a chiunque contrattare ovvero concordare prestazioni sessuali a pagamento, oppure intrattenersi, anche dichiaratamente solo per chiedere informazioni, con soggetti che esercitano l’attività di meretricio su strada o che per l’atteggiamento, ovvero per l’abbigliamento, ovvero per le modalità comportamentali manifestano comunque l’intenzione di esercitare l’attività consistente in prestazioni sessuali».

Che il cittadino si avvicini a piedi oppure a bordo di un veicolo - e nella maggior parte dei casi chi cerca una ragazza lo fa dall’auto, abbassando il finestrino per parlare - non fa differenza: scatta una sanzione amministrativa che va da 89 a 534 euro.

I controlli degli agenti hanno interessato soprattutto le zone di Trento nord: via Brennero, ma anche le strade limitrofe, dove la sera ragazze in abiti succinti attendono l’arrivo dei clienti. Quasi tutte le sanzioni sono state fatte in questa parte della città, ma gli agenti hanno multato anche un cliente sorpreso ad intrattenersi con una donna che esercita il mestiere più antico del mondo in piazzale Da Vinci.

Tra i multati sia cittadini di Trento che persone scese dalle valli in cerca di «compagnia», magari ignari della nuova norma o comunque decisi a sfidare le sorte, nella speranza di non incappare nei controlli della polizia locale.

La somma da pagare, come detto, è alta: 178 euro. Chi viene pizzicato, sulle prime, prova ad accampare qualche scusa, magari dicendo di essersi fermato per una richiesta di informazioni. Scuse poco convincenti, che non «salvano» dalla multa. Gli unici a poter trasgredire il divieto sono infatti i mezzi delle associazioni di primo contatto e le unità di strada che si occupano del sostegno alle vittime della tratta.

Ma una volta multato, il trentino, paga senza troppe proteste. Se di fronte al verbale per una violazione al codice della strada c’è chi fa ricorso, in questo caso l’obiettivo è chiudere la questione il prima possibile.

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