In Trentino piace il bio Ettari dedicati in aumento

Il biologico, anche in Trentino, sta crescendo. Stando ai dati della Provincia autonoma di Trento, si è passati dal 2008 al 2017 da 118 a 970 ettari con un incremento di oltre 8 volte. Nel primo semestre 2018, inoltre, si è raggiunta la soglia dei 1000 ettari, il 10% dell’intera superficie vitata provinciale. Oggi, a San Michele, più di 300 viticoltori hanno preso parte alla consueta giornata tecnica biologica organizzata in collaborazione con il Centro di sperimentazione Laimburg. Enzo Mescalchin, responsabile del Dipartimento ambiente e agricoltura di montagna del Centro trasferimento tecnologico della Fondazione Mach, ha fornito alcuni dati del rapporto Ismea, secondo il quale nove famiglie italiane su dieci hanno acquistato durante l’anno prodotti biologici.
L’incidenza del bio sui consumi degli italiani ammonta al 3%, e il vino sta avendo un costante incremento di domanda interna ed estera. Nelle relazioni tecniche di Luisa Mattedi e Silvia Gugole sono stati affrontati i temi delle alternative al rame e delle misure da adottare in vista di una probabile riduzione dei quantitativi ammessi di questo metallo in agricoltura biologica.
Nella presentazione di Roberto Zanzotti si è poi affrontato il tema degli effetti del sovescio come fonte di sostanza organica nel vigneto e della sua capacità di modificare i contenuti di azoto nel suolo sulle foglie e nei grappoli. L’ultima relazione, presentata da Marino Gobber, ha riguardato la potatura delle viti e l’importanza di utilizzare tecniche rispettose delle fisiologia della pianta efficaci nel pervenire la comparsa di pericolose malattie del legno quali il mal dell’esca.

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